The Dragon Masters

Introduzione

Quasi sicuramente quella ristretta cerchia di cinefili che sono anche appassionati lettori di narrativa fantastica (dalla fantascienza all’horror) non potrà non rodersi il fegato di fronte alla quasi totale mancanza di immaginazione e di coraggio da parte di autori, registi e produttori quando devono realizzare cinema o serial televisivi di genere fantastico. Oramai, soprattutto nelle grandi produzioni hollywoodiane, si vuole andare sul sicuro puntando su una serie infinita di sequel, remake, reboot e spin-off. Si attinge a piene mani anche da fumetti e videogames ma ci si dimentica che alle spalle c’è una ricchissima narrativa (soprattutto fantascientifica) che aspetta solo di essere portata sullo schermo. Oggi esistono le possibilità, anche tecniche, di trasporre efficacemente (sia al cinema che in TV) storie meravigliose e avvincenti sia di autori classici che più recenti. La televisione si sta già muovendo con successo in questa direzione da qualche anno (Trono di Spade, The Man in the High Castle, 22.11.63...) ma il cinema sembra ancora arrancare dietro ai facili e immediati guadagni assicurati (ma non sempre) da remake e sequel. Ma poi ci tocca assistere a film scialbi come Terminator Genisys dove si ripropongono con qualche variante le stesse scene che avevano decretato il successo dei primi Terminator o il flop rappresentato da Fantastic Four, inutile reboot del già mediocre film sui popolari supereroi Marvel. Con tutte le trame e tematiche messe a disposizione dalla letteratura fantastica, che senso ha stiracchiare all’inverosimile soggetti già sfruttati fino all’osso che non hanno più nulla da offrire?
Quindi ci permettiamo, anche un po’ per gioco, di suggerire una serie di scrittori, che saranno presentati in articoli separati, dalle cui opere ci piacerebbe vedere realizzata una versione per il cinema o la televisione.

 

Jack Vance
I Principi Demoni – Pianeta Tschai – I signori dei draghi

Inauguriamo questa serie di articoli con le opere del grande Jack Vance (1916-2013), autore californiano forse non troppo conosciuto presso il grande pubblico, ma che si è guadagnato negli anni con il suo stile inimitabile una fedele schiera di estimatori, tanto da essersi meritato l’appellativo di “paesaggista (o stilista) della fantascienza”. Bizzarre società aliene (ma spesso di origine umana) fanno sovente da sfondo alle sue opere migliori che ci offrono avventure picaresche ed esotiche, arricchite da dialoghi pieni di humour e satira graffiante. Naturalmente, perché non venga fuori una brutta imitazione di Star Wars e affini, ci vorrebbero degli adattamenti fatti con cognizione di causa. Secondo noi ci sono tre opere del prolifico Vance che in particolare si presterebbero a una trasposizione cinematografica o televisiva per via del loro giusto mix di azione, mistero e incredibili pianeti alieni. Con l’eccezione del film televisivo di genere thriller Ritorno al passato: Bad Ronald (1974), non ci risultano altre trasposizioni delle opere di Vance, scrittore versatile che si è cimentato anche in generi al di fuori delle fantascienza.

I Principi DemoniCominciamo con il ciclo dei Principi Demoni, composto da 5 romanzi ambientati in uno tra gli scenari più grandiosi e fantasiosi creati dalla penna di Vance, ovvero l’Oikumene, la Confederazione dei pianeti abitati (ma scordatevi Star Trek e similari):

Il re stellare (The Star King, 1964)
La macchina per uccidere (The Killing Machine, 1964)
Il palazzo dell’amore (The Palace of Love, 1973)
La faccia (The Face, 1979)
Il libro dei sogni (The Book of Dreams, 1981)

 

Potenzialmente adatto sia a una pentalogia al cinema che a una serie TV, questo ciclo vede protagonista Kirth Gersen, austero e implacabile vendicatore alla ricerca dei misteriosi Principi Demoni, i cinque più grandi criminali della galassia che anni addietro assalirono il suo pianeta natale. La trama (relativamente classica e lineare) in se stessa non dovrebbe presentare grandi difficoltà a essere adattata per lo schermo, ma più difficile potrebbe risultare la ricostruzione in maniera convincente dell’impareggiabile scenario dipinto dallo scrittore, costituito dalla vivida descrizione di pianeti, società, usi, costumi (umani e non) tra i più stravaganti e fantasiosi che la fantascienza abbia mai generato. Infatti la magistrale prosa di Vance riesce con poche pennellate a trasportarci in questi mondi pittoreschi e pericolosi senza mai annoiare.

Naufragio sul Pianeta Tschai

Stesso discorso si può fare per il ciclo del Pianeta Tschai, avvincente avventura planetaria composta da 4 libri, ognuno dedicato a una delle quattro razze aliene che popolano il pianeta di Tschai, su cui lo spaziale Adam Reith ha fatto naufragio. Come in un’odissea fantascientifica, l’umano Reith dovrà trovare il modo di tornare sulla Terra tra mille insidie e peripezie. Anche qui il punto di forza dell’opera è lo scenario costituito dallo stesso pianeta, abitato da quattro diverse razze aliene, Chasch, Wankh, Dirdir e Pnume, cui sono sottomessi gruppi distinti di esseri umani, discendenti probabilmente di uomini rapiti sulla Terra in epoche passate. Fondamentale sarà per la sopravvivenza del protagonista riuscire a comunicare e interagire nella giusta maniera con gli abitanti del pianeta e le loro enigmatiche usanze. Anche questo ci sembra uno spunto affascinante per una miniserie TV o una quadrilogia al cinema. Il ciclo è composto dai seguenti romanzi:

Naufragio su Tschai (City of the Chasch, 1968)
Le insidie di Tschai (Servants of the Wankh, 1969)
I tesori di Tschai (The Dirdir, 1969)
Fuga da Tschai (The Pnume, 1970)

Intricati conflitti tra umani e alieni sono alla base anche del romanzo breve I signori dei draghi (The Dragon Masters, 1962, vincitore nel 1963 del Premio Hugo). In un’ambientazione quasi senza tempo che sconfina con il fantasy, gli abitanti umani (forse gli ultimi rimasti nell’universo conosciuto) dell’isolato e arretrato pianeta Aerlith allevano e selezionano una razza di ‘draghi’ per farsi la guerra tra loro e per combattere i Basici, i progenitori alieni dei draghi allevati, che a intervalli di molti decenni fanno incursioni dallo spazio in cerca di schiavi umani. In un geniale capovolgimento di prospettiva, a loro volta i Basici allevano e modificano per gli stessi scopi gli esseri umani che hanno catturato nelle loro scorrerie. Sarebbe suggestivo poter vedere in azione al cinema i vari tipi di draghi (come i Maligni, i Rissosi, i Ragni, gli Orrori Blu, gli Stritolatori, gli Uccisori dalle lunghe corna, i Dominatori…) combattersi tra loro al servizio dei clan feudali e contro i Basici e i loro schiavi mutanti umani, altrettanto specializzati in mansioni bellicose e letali. Naturalmente non basterà il ricorso a spettacolari effetti speciali (ormai alla portata di quasi tutte le produzioni) per portare adeguatamente sullo schermo il fascino peculiare delle opere di Vance, creatore senza eguali nella fantascienza classica di strani mondi e strane culture. Toccherà a una regia di talento e a una sceneggiatura che sappia preservare e valorizzare gli aspetti più arcani, esotici e misteriosi presenti nella storia, riuscire nella difficile impresa di adattare per il cinema o la TV l’opera di uno scrittore dallo stile unico e inconfondibile.

The Pnume

David Lynch si cimentò in un’impresa simile con il film Dune, pur non ottenendo il successo sperato, ma comunque realizzando un’opera divenuta poi di culto. L’importante è evitare l’errore commesso in un film come John Carter (2012), piacevole e godibile avventura planetaria ispirata al romanzo Sotto le lune di Marte (1916) e al personaggio di John Carter di Marte, nato dalla penna di Edgar Rice Burroughs (noto come il creatore di Tarzan). Burroughs viene considerato comunemente come il precursore di quel sottogenere della fantascienza letteraria denominato ‘science fantasy‘, di cui Vance è stato un maestro indiscusso. Tuttavia il film (purtroppo prodotto dalla Disney, grande omologatrice di grandi saghe di fantascienza e fumetti) si rivelò un notevole fiasco anche perché non ci si volle discostare a sufficienza (anche visivamente) da modelli di successo rappresentati da film come Star Wars e Avatar. Tutto questo andrebbe evitato nel caso (improbabile) si decidesse di prendere ispirazione dai libri di Jack Vance per cinema e serie TV. In caso contrario è meglio che i libri rimangano negli scaffali.