Un biologo, insieme alla moglie e ad un assistente, sta compiendo delle ricerche archeologiche in Messico sulla scomparsa della civiltà Maya. Mentre uno dei componenti della spedizione sparisce e un altro esce di senno, i due studiosi scoprono la statua di Caltiki, la dea della morte, nei pressi di una polla d’acqua che sembra celare un’ancestrale e pericolosa creatura…

Caltiki: il mostro immortale (1959) è stato il primo monster movie italiano, prodotto e realizzato interamente a Cinecittà. Sulla scia del successo ottenuto dal blob americano (Fluido Mortale – 1958), il ‘padrino’ del fantastico nostrano Riccardo Freda con la collaborazione del versatile Mario Bava, ci hanno consegnato un fanta-horror godibile e di dignitosa fattura nella gloriosa tradizione dei B movies americani. Bava, ufficialmente direttore della fotografia, ma anche addetto agli effetti speciali e alle scenografie, ci trasporta nel suggestivo Messico dei Maya, facendoci dimenticare invece di essere nei dintorni di Roma. Le atmosfere e l’ambientazione risultano vagamente ‘lovecraftiane’ proprio grazie alle efficaci scenografie e le statue del film che adornano gli scenari, furono scolpite dallo stesso regista Riccardo Freda, che oltre ad essere regista fu anche scultore.
Tra mostruosità mucillaginose realizzate con la trippa (tra l’altro non freschissima ma inquadrata abilmente da Bava con lenti speciali), carri armati giocattolo da contrapporre al mostro in stile ‘Godzilla‘ e pioneristici effetti splatter, Caltiki, l’entita unicellulare e divoratrice, responsabile della fine della civiltà Maya, non sfigura di fronte ai grandi mostri della tradizione americana e giapponese. Freda non era particolarmente interessato alla visualizzazione spettacolare del gigantesco blob divoratore (infatti lasciò l’incombenza della realizzazione di questo tipo di scene fantascientifiche a Mario Bava) ma era più affascinato dal processo di trasformazione e dissoluzione (non solo fisica) di uno dei protagonisti che rimane infettato a un braccio, come succedeva all’astronauta protagonista di L’astronave atomica del dottor Quatermass, il classico fanta-horror britannico del 1955 firmato da Val Guest.

Caltiki il mostro immortale

Anche se in seguito il cinema fanta-horror italiano seguirà con successo la strada del gotico soprannaturale, piuttosto che quella strettamente fantascientifica, Caltiki: il Mostro immortale come precursore già si distingueva per una certa decadente morbosità e un torrido esotismo. Negli USA il film fu distribuito dalla Allied con il titolo Caltiki The Immortal Monster.


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