2036 Nexus Down

 

Che cosa è successo nei trent’anni tra il 2019 e il 2049, ossia gli anni in cui sono ambientati il Blade Runner di Ridley Scott e il sequel di Denis Villeneuve? Ebbene chi fosse interessato a conoscere meglio l’universo futuristico di Blade Runner, può trovare una risposta in tre cortometraggi realizzati prima del film di Villeneuve.

 

2022: Black Out

 

 

Realizzato dal maestro dell’animazione giapponese Shinichiro Watanabe, creatore di Cowboy Bebop, l’anime 2022: Black Out ci porta negli anni immediatamente successivi al primo Blade Runner, quando ebbe luogo il catastrofico evento (ricordato in Blade Runner 2049) conosciuto come il ‘Black Out’, un’esplosione elettro-magnetica che cancellò tutti i database in cui erano archiviate le informazioni sulle identità dei replicanti Nexus 8 più longevi dei Nexus 6, coinvolti in una violenta rivolta contro la razza umana per ottenere parità di diritti.

 

2036 Nexus Down

 

 

In 2036 Nexus Down facciamo conoscenza con un nuovo modello di replicante, il Nexus 9 più obbediente e affidabile dei precedenti Nexus, e con il loro creatore, l’inquietante magnate Niander Wallace (Jared Leto) che con la sua Wallace Corporation (subentrata alla fallita Tyrell Corporation) e le sue tecnologie è riuscito risolvere il problema della crisi alimentare mondiale.

 

2048: Nowhere to Run

 

 

In 2048: Nowhere to Run prosegue la spietata caccia ai replicanti ribelli Nexus 8. Uno di questi, Sapper Morton (che vedremo anche nella drammatica scena iniziale di Blade Runner 2049) cerca di sopravvivere in incognito nell’ostile mondo degli umani. Ma un altruistico atto di coraggio lo costringerà ad uscire allo scoperto… Interprete del corto è Dave Bautista, noto lottatore già attore di altri film di fantascienza come Riddick (2013), e Guardiani della Galassia 1 e 2 (2014, 2017).

Entrambi i corti sono stati realizzati da Luke Scott, figlio di Ridley Scott.

 

L’alba dei replicanti: Morgan

 

Forse non è un caso che Luke Scott, sulle orme dell’illustre padre, abbia girato nel 2016 Morgan, un thriller sci-fi che può essere considerato una sorta di prequel ‘ufficioso’ dell’universo di Blade Runner e dei suoi replicanti. Presentato in anteprima italiana al Trieste Science+Fiction Festival 2016, il film vede protagonista la graziosa ma letale Anya Taylor-Joy (Split, The Witch) nella parte di Morgan, un inquietante e infelice prodotto della bioingegneria che vive reclusa in un isolato laboratorio immerso nei boschi, tra solitudine, esperimenti e attacchi di furia omicida. La giovane proto-replicante (progettata come arma) è dotata di facoltà psicofisiche superiori ma la sua affidabilità è ben lungi dall’essere raggiunta. Certo, l’ammonimento è sempre quello del classico Frankenstein: è pericoloso per l’uomo giocare a fare Dio, cercando di ricreare artificialmente la vita. Il film non mostra nulla di nuovo e non approfondisce gli spunti offerti dalla pregnante tematica ma segue la via collaudata dell’action-thriller-horror, puntando sul ritmo serrato e sulla suspense, con una ‘sorpresa’ finale che in parte rimanda all’Alien paterno.

Spoiler!

Come in Alien uno dei membri dell’equipaggio si rivela essere un organismo sintetico con funzioni di controllo sulla missione, così in Morgan la fredda e determinata manager Lee Weathers (Kate Mara), inviata nel laboratorio per indagare e valutare il rischio potenziale costituito dall’esperimento, svelerà la sua natura artificiale e ‘sovrumana’ nel cruento scontro finale con la creatura ribelle.

Sul cast di tutto rispetto (Jennifer Jason Leigh, Paul Giamatti, Michelle Yeoh) svetta però la giovane Anya Taylor-Joy che ci mostra una creatura dall’umanità sofferta e ambigua, in preda a pulsioni incontrollabili. Sicuramente la pallida Morgan dalle labbra insanguinate avrebbe volentieri fatto parte della banda di replicanti fuggitivi capitanati da Roy Batty (Rutger Hauer) in Blade Runner.

Morgan

(Guarda il trailer qui)