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In un’imprecisata terra del ‘600 si svolgono tre storie: una crudele regina è ossessionata da un desiderio di maternità che non riesce a soddisfare ma che sarebbe disposta a tutto per soddisfarlo… Due anziane sorelle, per via di un equivoco che nasconde temporaneamente la loro reale età, vengono prese di mira da un re erotomane sempre in cerca di nuove prede… Un sovrano egoista è più interessato ad allevare una pulce di dimensioni gigantesche che a prestare attenzioni alla figlia ma pur di non lasciarla andare via dal castello paterno organizzerà tra i suoi pretendenti una prova che sembra insuperabile…

Presentato in concorso al 68° Festival di Cannes, Il racconto dei racconti costituisce una piacevole sorpresa per il cinema fantastico italiano e non si tratta di una oscura produzione del circuito ‘underground’ ma di un film di serie A, una prova autoriale di Matteo Garrone che riprende in chiave fiabesca tutta una serie di tematiche presenti anche nei suoi film precedenti come L’imbalsamatore, Primo amore o Reality. Ma la struttura ad ‘arazzo’ e le vicende del film vengono prese direttamente da un classico, anzi da un antesignano della narrativa fantastica europea, ovvero Lo cunto de li cunti una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile, pubblicate fra il 1634 e il 1636. Garrone per tessere la sua raffinata opera utilizza in particolare tre storie: La reginaLa pulce, Le due vecchie. Le crudeli fiabe barocche (ma di origine medievale) messe in scena dal regista con visionaria grandezza, portano al cinema un fantasy primario e genuino che viene prima di Tolkien, Harry Potter, Martin e anche degli stucchevoli action fantasy targati Disney. Del resto  la raccolta originale, nonostante il sottotitolo ‘lo trattenemiento de peccerille’, si rivolgeva ad un pubblico adulto per via delle tematiche complesse e scabrose che vengono trattate. Immagini evocative e paesaggi meravigliosi fanno da cornice alle storie di Basile che Garrone fa sue con grande talento per portare sullo schermo vicende di uomini e donne che, seppur in un’ambientazione fiabesca, parlano con realismo di pulsioni e ossessioni proprie di ciascuno di noi: l’amore materno o paterno che diventa possesso esclusivo, l’arbitraria crudeltà di chi detiene il potere per appagare la propria cupidigia, il voler sentirsi desiderati ad ogni costo, l’inevitabilità della solitudine, la ricerca ossessiva di un compagno/a per la vita, l’essere disposti a pagare le conseguenze delle proprie scelte… Sorprendentemente per il panorama cinematografico italiano, non mancano tutti quegli elementi propri del fantasy, come draghi marini, orchi, trasformazioni del corpo (queste da sempre ossessioni di Garrone), negromanti e sortilegi. Ma il ritmo narrativo e la messinscena non sono quelli del fantasy americano; qui gli ottimi effetti speciali sono al servizio delle atmosfere evocative della fiaba (e non viceversa) e gli stupendi scenari naturali e storici rigorosamente italiani (le gole dell’Alcantara, il castello di Donnafugata nei pressi di Ragusa, il celebre Castel del Monte in Puglia…) risultano perfettamente integrati con i set realizzati digitalmente, tanto da essere difficilmente distinguibili gli uni dagli altri. L’aspetto delle creature, come il drago marino simile ad una salamandra, è ispirato volutamente all’araldica e alle illustrazioni del ‘600. Il film è stato girato in inglese con un cast di respiro internazionale a partire da Salma Hayek perfetta anche fisicamente nella parte di una regina seicentesca, fino a Vincent Cassel, piuttosto a suo agio nel ruolo del re libidinoso. Rimarchevoli anche i costumi, soprattutto quelli indossati dai vari cortigiani, che fanno pensare ai quadri di Goya.

TitoloIl racconto dei racconti – Tale of Tales
Anno: 2015
Regia: Matteo Garrone
Produzione: Italia, Francia, Gran Bretagna – durata 125 min.
Sceneggiatura: Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso
Musica: Alexandre Desplat
Effetti speciali: Leonardo Cruciano
Interpreti: Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, Vincent Cassel, Toby Jones

 


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