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Nella Moldavia del ‘600 la strega Asa viene giustiziata, insieme al suo amante, con l’imposizione della ‘maschera del demonio’, una maschera dotata di punte al suo interno che trafiggono il volto del condannato. Ma dopo la sua morte una pioggia improvvisa spegne il rogo che doveva distruggere il suo corpo, che viene allora rinchiuso in un sarcofago. 1830: uno studioso e il suo assistente sono diretti a Mosca per partecipare a un congresso scientifico; bloccati temporaneamente da un guasto alla ruota della carrozza, scoprono in una cappella diroccata il sarcofago che contiene il corpo della strega giustiziata secoli prima. Spinti dalla curiosità gli incauti viaggiatori infrangono inavvertitamente il cristallo e la croce che sigillano il sarcofago. Sfortunatamente il sangue dello studioso fuoriuscito da una piccola ferita riporta in vita la strega che comincia progressivamente a riprendere forma e potere. La vendicativa Asa, con l’aiuto dell’amante resuscitato, tenterà di impossessarsi del corpo della giovane Katja, una sua discendente a  lei somigliantissima che vive in un vicino castello…

La maschera del demonio (1960) segna l’esordio ufficiale alla regia di Mario Bava (1914-1980), pioniere e maestro indiscusso del fantahorror all’italiana. In precedenza Bava, già tra i migliori fotografi italiani sin dal 1943, aveva collaborato in veste di aiuto-regista (non accreditato) di Pietro Francisci (Le fatiche di Ercole, Ercole e la regina di Lidia) e Riccardo Freda (I vampiri, Caltiki), curando anche quando necessario scenografie ed effetti speciali. Con La maschera del demonio Bava imprime all’allora giovane cinema horror italiano una forte carica fantastica e trasgressiva, imponendo per la prima volta un personaggio femminile come figura centrale, la strega vampira Asa a cui dà volto una sensuale Barbara Steele (1937), attrice britannica ancora sconosciuta all’epoca. Pur senza avere alle spalle una consolidata tradizione produttiva e culturale nel cinema fantastico, Bava trae liberamente ispirazione per il film da un racconto dello scrittore russo Gogol, ‘Il Vij’  dove appare la figura della pànnočka, creatura al contempo strega e vampiro, personaggio del folklore slavo. Il personaggio della strega vampiro apparirà anche in un altro classico del gotico italiano, La cripta e l’incubo (1964). Suggestivo e di forte impatto è già l’incipit del film con il prologo che mostra la strega marchiata a fuoco e trafitta dalla maschera del demonio, ‘applicata’ a martellate dal boia. Qui Bava dimostra subito tutto il suo virtuosismo tecnico in quello che sarà il suo inconfondibile stile fatto di piani-sequenza, zoom, carrellate vorticose (il volto della strega sfigurato dai chiodi), suggestivi scenari gotici magnificamente fotografati e pioneristici effetti gore. L’orrore gotico di Bava si dimostra alternativo a quello inglese della Hammer, portando sullo schermo immagini inedite (il sarcofago che esplode), omaggi ai classici (la carrozza di Nosferatu), un horror venato di un erotismo morboso e macabro. Ne La maschera del demonio il classico tema del ‘doppio’ viene coraggiosamente affidato ad una figura femminile, caricandosi di implicazioni sottilmente erotiche che allontanano il film dagli usuali canoni del genere. Rivisto con gli occhi di oggi il film ovviamente ci può apparire blando e semplicistico nella trama ma all’epoca la censura reagì subito con un ‘v.m. 16 anni’ e anche nei paesi anglosassoni furono usate le forbici per qualche accenno di splatter e di pulsioni velatamente necrofile. Ma si tratta di un’opera innovativa ed eversiva che mantiene inalterato a tutt’oggi il suo fascino. La Steele, nel doppio ruolo di vittima designata e di perfida strega succhia sangue, si è guadagnata un posto duraturo come icona del cinema horror, soprattutto italico. 

Titolo: La maschera del demonio
Regia: Mario Bava
Anno: 1960
Produzione: Italia - Galatea e Jolly Film - b/n, durata 87 minuti
Sceneggiatura: Ennio De Concini, Mario Serandrei
Fotografia: Mario Bava
Scenografia: Giorgio Giovannini
Effetti speciali: Mario Bava
Musica: Les Baxter, Roberto Nicolosi
Interpreti: Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani

 


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