La notte dei morti viventi

In una località isolata della Pennsylvania, una ragazza e suo fratello sono in visita alla tomba del padre, quando improvvisamente sono assaliti da uno strano individuo dalle movenze lente ma assai aggressivo. Il fratello viene ucciso ma la ragazza terrorizzata si rifugia in una fattoria vicina. Qui viene soccorsa da un altro uomo in fuga, Ben, che con sangue freddo riesce ad organizzare la difesa della casa, ormai assediata da una moltitudine di esseri affamati di carne umana. Presto si aggiungono nella casa altri superstiti di quella che sembra essere un’epidemia che risveglia i morti, causata da radiazioni emanate da un’imprecisata sonda spaziale. Nonostante i conflitti che sorgono tra i sopravvissuti, toccherà a Ben cercare il modo di resistere fino all’arrivo dei soccorsi…

Con La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead, 1968) irrompe con virulenza sugli schermi un film che ha fatto da spartiacque nel genere horror. Ed in effetti, dopo il capolavoro di Romero, l’horror non fu più lo stesso. Tratto liberamente da Io sono Leggenda di Matheson (come L’ultimo uomo della terra e 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra), la pellicola ha valicato i confini dell’angusto ambito in cui il cinema horror era relegato in quegli anni. Per il pubblico divenne un film di culto (incassando 30 milioni di dollari in tutto il mondo) e per la critica (anche se inizialmente fu bollato come film immorale e ripugnante) una potente ed esplicita metafora politica e sociale che ha messo in dubbio valori ed istituzioni della società americana, allora attraversata da un’ondata di proteste e rivolte. Tra i diversi bersagli che il film colpisce con la sua feroce e pessimistica satira possiamo annoverare la famiglia, la guerra del Vietnam, il razzismo, la gretta e violenta provincia rurale USA, etc… E non è un caso che l’unico superstite, un uomo di colore, (unica figura positiva del film) alla fine viene ucciso dalle squadre di soccorritori dal grilletto facile che lo scambiano per uno zombi. Altra scena forte e sovversiva è quella della bambina (infettata da un morso di uno zombi) che sbrana la madre. Il film fu girato in formato 35 mm in bianco e nero dall’esordiente George A. Romero (1940-2017) insieme ad un gruppo di amici e colleghi (durante i weekend e nei ritagli di tempo) e rimane ancora oggi insuperato per lo stile rigoroso ed essenziale, l’intensità della suspense, l’atmosfera allucinata e l’approfondimento psicologico dei personaggi.

La Notte dei Morti Viventi

La notte dei morti viventi ha inaugurato la prolifica e remunerativa serie degli zombi la cui fortuna al cinema e alla tv non conosce soste fino ad oggi. La figura del morto vivente era già presente nel cinema horror classico ma di solito era legata al mondo del folklore caraibico e della magia voodoo, come nei film Ho camminato con uno zombi (1943) e L’isola degli zombies (1932). Gli zombi moderni di Romero si propagano come una terribile epidemia con le stesse modalità di vampiri e licantropi. Sono lenti e impacciati ma l’istinto famelico che prevale su tutto, li rende temibili. Queste caratteristiche sono rimaste pressoché invariate in decine di pellicole successive che anzi hanno accentuato sempre di più gli aspetti macabri ed efferati, ormai codificati in questo tipo di film. L’origine del fenomeno zombi è vagamente fantascientifica non soprannaturale (si accenna solo a una non meglio precisata fuga di radiazioni causata da un satellite spaziale).  Lo stesso Romero dedicò nel corso degli anni altri cinque film al genere ‘zombi’ e del ‘capostipite’ fu realizzato un remake nel 1990 ad opera del mago del trucco Tom Savini che abbondò in effetti splatter.
Il budget ristretto, a disposizione di Romero, ovviamente limitò gli effetti speciali, la scenografia e i costumi: per il sangue venne utilizzato dello sciroppo e i vestiti delle comparse erano abiti di seconda mano. Anche il cast fu reclutato tra attori semisconosciuti e amici. Romero, assai insolitamente per quel periodo, scelse come protagonista principale l’attore nero Duane Jones che si dimostrò il più bravo durante i provini di selezione. Per mettere in scena le orde di zombi erano necessarie molte comparse che furono reclutate tra gli abitanti di Evans City (dove venne girato il film) e tra varie persone che lavoravano nel settore pubblicitario, da dove proveniva lo stesso Romero prima di diventare regista. Quest’ultimo particolare sugli zombi ‘pubblicitari’ risulta assai ironico, in quanto che in questo film (e soprattutto nei suoi sequel) è stata letta anche una critica sociale della società consumistica, dove l’individuo è assimilato a una massa indistinta e spersonalizzata, spinta a ‘consumare’ voracemente (proprio come uno zombi) dall’influenza, spesso occulta, della pubblicità.

Titolo: La Notte dei morti viventi (Night of the Living Dead) • Regia: George A. Romero • Anno: 1968 • Produzione: USA – Image Ten, Karl Hardman, Russell W. Streiner – sonoro, b/n, durata 96 min. • Sceneggiatura: John A. Russo, George A. Romero • Fotografia: George A. Romero • Scenografia: Charles O’Dato (accessori di scena) • Effetti speciali: Tony Pantanello, Regis Survinski • Musica: Harry Bluestone, Emil Cadkin • Interpreti: Duane Jones, Judith O’Dea, Karl Hardman, Marilyn Eastman



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