The Man In The High Castle Poster

Il cinema di fantascienza a partire da Blade Runner ha tratto spesso ispirazione dalle opere del geniale e visionario scrittore Philip K. Dick ma, con la parziale eccezione del capolavoro di Ridley Scott, si è trattato spesso di uno sfruttamento prevalentemente commerciale dei suoi scritti che comunque non sempre si prestano agli sviluppi spettacolari della fantascienza cinematografica e televisiva odierna (a meno che non si faccia ricorso a pesanti rimaneggiamenti in fase di sceneggiatura).
Stupisce quindi favorevolmente che il colosso di internet Amazon abbia deciso di produrre una prima stagione della serie tv via web The Man In The High Castle tratta dall’omonimo capolavoro di Dick pubblicato nel 1962 e vincitore del Premio Hugo come miglior romanzo sci-fi nel 1963. Ma l’episodio pilota trasmesso on line con lungimiranza dagli Amazon Studios ha riscosso il gradimento del pubblico che ha decretato il via libera alla realizzazione di altri episodi. La cosa intrigante è che si tratterebbe di una trasposizione alquanto fedele del romanzo di Dick meglio conosciuto in Italia come La svastica sul sole, insuperato esempio di fantascienza ucronica cioè quel genere di narrativa fantastica che esplora le realtà alternative su come il nostro mondo potrebbe essere se  la storia seguisse un corso diverso rispetto a quello reale. Naturalmente per dare un giudizio definitivo bisognerà attendere la visione degli episodi successivi. Ma già da quello che abbiamo visto nel pilot ci troviamo di fronte ad un prodotto ben confezionato, rispettoso dell’originale ma con alcuni cambiamenti intelligenti che meglio si adattano ad una serie TV del 21° secolo.

Come nel romanzo, l’episodio ci proietta nell’anno 1962 in un mondo alternativo dove la storia ha preso una direzione diversa da quella che conosciamo: le potenze dell’Asse cioè Germania e Giappone hanno vinto la Seconda Guerra mondiale e si sono spartite il mondo compresi gli Stati Uniti che sono stati invasi e sconfitti. La costa ovest è giapponese, la costa est è tedesca, con una zona neutrale al centro corrispondente grosso modo alla regione delle Montagne Rocciose dove opera una debole resistenza. Ovviamente si tratta di un dominio totalitario e repressivo e la democrazia è ormai un lontano ricordo. La pulizia etnica viene ancora praticata, soprattutto da parte dei nazisti. I giapponesi che dominano sulla costa californiana sono in apparenza leggermente meno oppressivi, ma temono che l’imminente morte di Adolf Hitler, ormai vecchio e malato, scateni lotte di potere a Berlino tra i gerarchi nazisti che potrebbero ambire a conquistare anche i territori governati dall’impero del Sol Levante. Intanto nell’ombra, una figura nota solo come L’Uomo nel Castello, ispira i rivoltosi con un filmato controverso che racconta una storia ‘impossibile’ che può infiammare gli animi e dare nuova speranza alla resistenza…

Man-In-the-High-Castle-Nazi

Del romanzo di Dick viene sostanzialmente mantenuto l’impianto generale di forte impatto ‘fantascientifico’. Anche la struttura narrativa suddivisa tra vari personaggi, ognuno con una sua sotto trama, è essenzialmente quella dell’originale. Da quello che si vede nel pilot alcuni personaggi non sono esattamente gli stessi del romanzo e anche le relazioni che intercorrono tra di loro possono essere diverse. Ma anche sotto questo aspetto bisognerà aspettare gli altri episodi per vedere esattamente quali protagonisti sono stati aggiunti, eliminati o adattati alle esigenze del serial. Dick è stato uno scrittore complesso dalle mille sfaccettature, ma non certo dotato di una scrittura travolgente, spettacolare o particolarmente scorrevole, adatta ad eventuali trasposizioni cinematografiche e televisive. Quindi toccherà al team di sceneggiatori cercare di non rovinare o banalizzare la potente storia dell’autore ma anzi dovranno riuscire a catturare e sviluppare la particolare visione dickiana sulla realtà e sulla sua sfuggevole percezione. L’episodio pilota parte bene a cominciare dall’elegante sigla d’apertura che già ci svela qualcosa sulla realtà alternativa a quella che noi conosciamo. Fortunatamente non si fa ricorso a noiose spiegazioni didascaliche per illustrarci questi anni ’60 alternativi. Le atmosfere cupe ed oppressive sono ben evidenziate dalla fotografia dai toni freddi e neutri e dalle scenografie sapientemente arricchite dalla computer grafica dove necessario. Rimane impressa la visione di una New York invasa da stendardi e svastiche. Nella vicenda il cambiamento o meglio adattamento più azzeccato ed interessante (rispetto al romanzo) riguarda il fantomatico libro La cavalletta non si alzerà più (The Grasshopper Lies Heavy –  dove si narra che Hitler ha perso la guerra e gli Alleati hanno trionfato sul nazismo e sull’impero nipponico) che nel serial diventa un misterioso film di cui si ignora la provenienza e la modalità di realizzazione, assai sconcertante soprattutto perché non sembra la ricostruzione di una realtà alternativa di fantasia ma un documentario reale girato in un mondo parallelo dove la storia ha preso un’altra strada molto più simile a quella che lo spettatore conosce. La sostituzione libro/film serve non solo a velocizzare la narrazione e a facilitarne la rappresentazione sullo schermo ma ha anche delle implicazioni affascinanti che si spera siano adeguatamente sviluppate negli episodi successivi. Se nel romanzo La svastica sul sole il fantomatico libro La cavalletta non si alzerà più diventava un simbolo di speranza per la resistenza all’oppressore nazista, la scelta del serial di sostituire la carta stampata con una pellicola accende l’interesse degli spettatori con la possibilità dell’esistenza concreta di un’altra dimensione. Fa uno strano effetto per noi vedere la protagonista Juliana commuoversi di fronte alle immagini della vittoria degli Alleati sulle forze dell’Asse. Unica pecca dell’episodio pilota è quella di una certa mancanza di tensione nello svolgimento dell’azione e nei dialoghi talvolta privi di ritmo; ma forse la cosa è dovuta all’esigenza di dover fare una puntata introduttiva che necessitava di affiancare diversi fili narrativi e al contempo mostrare con efficacia l’inquietante scenario alternativo. Comunque non mancano alla fine un discreto colpo di scena e un piccolo omaggio al Blade Runner di Scott. Tra gli interpreti, per adesso non particolarmente memorabili, segnaliamo Rufus Sewell nella parte dell’immancabile cattivo nazista.
Un aspetto da considerare  del romanzo di Dick è che non ha un finale vero e proprio, infatti i suoi protagonisti sembrano essere abbandonati al loro destino senza una precisa conclusione. Probabilmente il tormentato scrittore aveva concepito un finale aperto per poter fare un seguito che poi non è mai stato scritto per via della sofferenza che gli causava scrivere su un argomento come il nazismo che giudicava troppo orribile e spaventoso. Egli abbozzò solo due capitoli iniziali (ventidue pagine scritte nel 1964) “che mostrano come alcuni scienziati tedeschi siano riusciti ad entrare nel mondo parallelo descritto dal libro di Abendsen [Uno dei personaggi del romanzo, l’autore de ‘La cavalletta non si alzerà più’]. Viene inoltre spiegato come Abendsen stesso abbia intuito questo mondo grazie all’oracolo che si trova contemporaneamente in più mondi paralleli e dunque ha una coscienza superiore” (fonte Wikipedia). L’Oracolo, ovvero l’I-Ching il libro cinese del cambiamento, è un elemento fondamentale del romanzo (fortunatamente) mantenuto anche nella serie tv. Forse l’ambizioso serial targato Amazon seguirà questa traccia per le prossime puntate, previste per la stagione 2015-2016?
Ideatore della serie è Frank Spotnitz conosciuto per il suo lavoro nella serie televisiva X-Files come scrittore e regista. Come produttore esecutivo compare Ridley Scott che già nel 2010 aveva lavorato ad un progetto per una trasposizione del romanzo di Dick per la BBC, che tuttavia non andò in porto.


Trailer