The Night Flier poster

Richard Dees, un reporter cinico e senza scrupoli, viene mandato dal giornale scandalistico ‘Inside Views’ ad indagare sul fantomatico Volatore Notturno, un misterioso killer che si sposta alla guida di un aereo tra i piccoli aeroporti della provincia americana, lasciandosi dietro una scia di vittime che vengono ritrovate dilaniate e dissanguate. Essendo a sua volta un pilota, Dees si mette sulle tracce del singolare assassino, ansioso di scoprire (magari scattando raccapriccianti fotografie) cosa si nasconda dietro gli efferati omicidi…

 

The Night Flier (conosciuto in Italia anche con il titolo The Night Flier – Il volatore notturno) è un film del 1997 diretto da Mark Pavia, basato sul breve racconto omonimo scritto da Stephen King, contenuto nell’antologia Incubi e Deliri. La prolifica produzione letteraria di Stephen King ha ispirato parecchi film ma tra quelli strettamente di genere horror se ne contano solo una manciata veramente riusciti e il capolavoro Shining di Kubrick (che del romanzo di King ha conservato poco) costituisce un’eccezione. Ma il film dell’esordiente Mark Pavia (rimasto il suo unico film per almeno 20 anni) può essere annoverato tra le più riuscite trasposizioni sullo schermo di un’opera del Re dell’horror, nonostante The Night Flier sia stato bollato dalla critica, sin dalla sua uscita, come un banale B movie di stampo vampiresco. Invece il regista riesce a confezionare una pellicola in qualche modo insolita, caratterizzata da atmosfere lugubri e suggestive al tempo stesso, e soprattutto mantenendosi molto vicino alle tipiche tematiche kinghiane dove Bene e Male, luce e oscurità vivono a stretto contatto nella profonda provincia americana. Semmai il problema consisteva nel fatto che il racconto era piuttosto stringato e sintetico, quindi potenzialmente non troppo adatto ad essere dilatato alla canonica lunghezza di un film. Eppure il debuttante Pavia, facendo meglio di altri colleghi più titolati, amplia lo stringato (ma efficace) plot iniziale senza snaturare o annacquare l’universo narrativo dello scrittore del Maine che proprio nelle opere brevi, trova talvolta (secondo noi) la dimensione ideale.

The Night Flier

Infatti, dove serve, Pavia non esita ad ampliare (ed amplificare) certi aspetti del racconto molto kinghiani, come la descrizione impietosa del mondo della stampa scandalistica di provincia che non esita a sfruttare la morbosa attrazione dei propri lettori verso i dettagli più crudeli e grotteschi dei fatti di cronaca nera. All’inizio vediamo lo spietato reporter Dees litigare con il suo direttore altrettanto cinico, perché non ha pubblicato una sua foto di un bambino cotto al forno, solo per una questione di età (del bambino). Dees (interpretato da un convincente e ‘antipatico’ Miguel Ferrer, figlio del grande José Ferrer) ha come motto deontologico: ” Mai credere alle cose che scrivi…mai scrivere alle cose in cui credi! “. La denuncia del cinismo della stampa non è certo nuova al cinema e il film rischia di accumulare troppi cliché sull’argomento, tuttavia in questo caso sono congeniali allo svolgimento della trama e al ‘messaggio’ che si vuole far passare: il ‘vampirismo’ della stampa a caccia della sofferenza altrui non è molto diverso da quello predatorio del Volatore Notturno, creatura disumana e senza rimorsi. Questo aspetto sta a cuore al regista, infatti non esita ad ampliare e cambiare il finale del racconto kinghiano per poter affibbiare all’odioso protagonista la meritata punizione quando si troverà faccia a faccia con il mostro. Pavia aggiunge anche dettagli significativi e personaggi per arricchire il tutto, come quello della giovane reporter (interpretata da Julie Entwisle, moglie del regista) ingenua e ambiziosa, che affianca inizialmente Dees nella sua indagine, nonostante quest’ultimo non abbia nessuna intenzione di aiutare o condividere eventuali successi con la collega.
Ma la cosa migliore di The Night Flier è l’atmosfera misteriosa e inquietante, nonostante i luoghi comuni e le ingenuità tipici di certi horror dell’epoca, che riesce a creare grazie al suo villain, il Volatore Notturno, una figura di vampiro che non si fa dimenticare facilmente. E’ molto diverso dai vampiri attraenti e romantici di Intervista con il vampiro o della serie Twilight; al contrario è un predatore ferale e senza scrupoli che riesce a soggiogare le vittime e a nascondersi grazie ai suoi poteri mentali (ipnosi?), e che si fa chiamare beffardamente Renfield, come il servitore folle del Dracula di Bram Stoker. Come i vampiri classici è avvolto da un mantello nero, dorme in un mucchio di terra brulicante di vermi  e non viene riflesso dagli specchi. Ma più che a Dracula, il Volatore Notturno è da accomunare a un bestiale Nosferatu moderno che ha sostituito il veliero e la carrozza per gli spostamenti, con un piccolo aereo Cessna Skymaster di colore ovviamente nero, dotato di una stiva che funge da bara per il riposo diurno.

The Night Flier

Il racconto di King non svela nulla dell’identità ‘umana’ del Volatore e fa appena ‘intravedere’ al lettore il suo aspetto ripugnante e terrificante; e la sua dentatura (con il cui morso ‘quasi’ decapita le vittime) che fa sembrare al confronto quella del Dracula di Christopher Lee una cosa da poco, viene lasciata alla nostra immaginazione. Mark Pavia, come si conviene a un film horror, ci concede qualcosa di più nel finale, pur mantenendo un certo alone di mistero sull’identità del vampiro aviatore, oltre ad aggiungere la suddetta punizione per il cinico reporter.

Spoiler!

Nel finale da tregenda, il reporter Dees, ossessionato dal Volatore Notturno, vuole vederlo in volto a tutti i costi. Il vampiro si rivela essere una creatura mostruosa e zannuta che fa bere il suo sangue al giornalista. Questi, in preda alle allucinazioni, infierisce a colpi d’ascia sui cadaveri delle vittime che il Volatore ha disseminato in un aeroporto. Quando arriva la polizia, Dees, lordo di sangue, appare subito come il colpevole perfetto degli efferati omicidi. A differenza dal racconto, Pavia ci fornisce dei vaghi accenni sull’identità del vampiro facendoci vedere delle vecchie foto di un aviatore d’altri tempi insieme a una donna. Tra lampi e tuoni vediamo anche il suo volto ‘umano’ sicuramente più attraente di quello vampiresco. Non ci viene mostrato o spiegato molto di più… ma sicuramente il Volatore Notturno imperversava sui campi d’aviazione da molti anni.  

 

The Night Flier si fa seguire per il senso di mistero e di paura che riesce incutere e sapientemente sa creare notevoli aspettative sulla rivelazione finale del Volatore. Alla fine il trucco efficace ed originale (almeno per l’epoca) della creatura e gli effetti gore ben dosati ci lasciano abbastanza soddisfatti. Naturalmente si poteva fare meglio a livello di trama e sceneggiatura, osando di più nello sviluppare certi aspetti e discostandosi maggiormente dal perfetto ma conciso racconto di King. Forse per avere un horror che ‘gira’ perfettamente sarebbe stato necessario sviluppare maggiormente l’indagine nella parte centrale del film, cercando magari di ribaltare qualche cliché di troppo con opportuni colpi di scena. Invece così il film dà la sensazione di finire troppo presto, quasi sul più bello, come qualcosa di incompiuto. Ma probabilmente questo piccolo limite è anche il motivo del fascino insolito che ha fatto di The Night Flier un piccolo cult da riscoprire.
Si è parlato anche di un sequel di The Night Flier ma finora non se ne è fatto nulla. In compenso (purtroppo) Mark Pavia è tornato a dirigere un film horror dopo 20 anni di silenzio, ma il risultato è stato Fender Bender (2016) uno slasher insipido e uguale a mille altri.

 

TitoloThe Night Flier
Regia: Mark Pavia
Anno: 1997
Produzione: USA – Durata: 90 min.
Sceneggiatura:  Mark Pavia, Jack O’Donnell
Fotografia: David Connell
Musica: Brian Keane
Interpreti: Miguel Ferrer, Dan Monahan, Julie Entwisle, Michael H. Moss, John Bennes


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