La settima musa

L’ultimo thriller-horror del regista spagnolo Jaume Balagueró rivisita in chiave orrifica il mito classico delle Muse, le leggiadre divinità della religione greca protettrici di tutte le arti e ispiratrici di poeti e artisti.

 

 

 

 

 

Dopo pellicole paurose e inquietanti come REC, Darkness e Bedtime era attesa da qualche tempo da parte di tutti gli appassionati di un cinema horror psicologico sofisticato, un’altra opera convincente di Jaume Balagueró, sicuramente uno dei più interessanti e originali autori contemporanei di cinema di genere. E Balagueró non si fa attendere troppo, realizzando La settima musa (2017), tratto dal romanzo La dama numero tredici,  thriller esoterico dello scrittore cubano José Carlo Somoza. Ma come vedremo, lo spunto originale e insolito fornito dalla mitologia greca, non viene sfruttato appieno, anzi viene appiattito e snaturato con soluzioni narrative e visive banali e poco convincenti.

La settima musa

Samuel, professore di letteratura, torna in università dopo la tragica e improvvisa morte della sua fidanzata. Ma da allora è afflitto da un incubo ricorrente in cui una donna viene brutalmente assassinata durante uno strano rituale. Quando la stessa donna che si presenta ogni notte nei suoi sogni viene trovata morta in circostanze identiche, Samuel si immerge nella scena del crimine per indagare. Là incontra Rachel, una giovane donna che non sa nulla, ma afferma che ha anche lei sognato l’omicidio. Insieme, cercheranno in ogni modo di scoprire l’identità della donna misteriosa, immergendosi in un mondo terrificante controllato dalle figure che hanno ispirato gli artisti di ogni epoca: le Muse…

Eppure l’incipit de La settima musa promette bene tra citazioni di Dante, incubi macabri e inspiegabili, indagini pericolose su misteriose entità che avrebbero influenzato durante i secoli le opere di scrittori e artisti. Qualcuno sicuramente sarà andato in brodo di giuggiole rivedendo nelle efferate gesta di questa congrega di donne crudeli dai poteri soprannaturali, le streghe di Suspiria o le tre Madri del maestro Dario Argento, ma perché scomodare le Muse del mito greco? Considerate creature divine, bellissime e generose (forse solo un po’ vendicative come tutte le divinità greche), le Muse nel film di Balagueró diventano le malvagie e sgradevoli streghe di tanti film horror; ciò rende inefficace e banale l’originale rovesciamento del mito delle Muse, trasformate da benevole divinità a oscure e malevoli entità che esigono un caro prezzo in cambio del dono dell’arte. Non conosciamo come ha trattato la materia il romanzo di Somoza, ma il film trascura o tratta con superficialità tutto l’aspetto mitologico letterario e alla fine non sappiamo nulla di queste Muse: quali sono le loro motivazioni o scopi ultimi? Che poteri hanno esattamente? Perché non assomigliano per niente alle Muse del mito? Sono fantasmi, demoni, streghe o cos’altro? Per finire quante sono esattamente? Nel mito sono di numero variabile, tre, secondo alcune fonti, nove, secondo altre, ognuna con le sue peculiarità. Ne La settima musa le nostre streghe/Muse non sono sufficientemente ben caratterizzate ma si distinguono solo come dispensatrici di morti raccapriccianti e dolorose. Una Musa dai lineamenti asiatici (?) sembra esperta in dolorose punizioni, un’altra più anziana può assumere l’aspetto di una persona qualsiasi, un’altra ancora appare come una ragazzina crudele e così via… senza nessun legame con l’affascinante mitologia greca che sicuramente ha i suoi lati oscuri. Perché allora non ispirarsi alle mostruose Erinni, creature mitologiche sicuramente più adatte come protagoniste di un film horror? Le varie citazioni letterarie appaiono gratuite e fini a sé stesse e non danno spessore alla storia.

 La settima musa

Ogni sforzo del regista si orienta esclusivamente a dipanare l’ingarbugliata trama e far combaciare tutti i tasselli ma con il procedere della storia, l’iniziale fascino esoterico viene a dissiparsi insieme alla suspense e i colpi di scena, pur presenti, tendono a essere forzati. Diciamo che il film si fa anche seguire (del resto Balagueró non è un dilettante in materia), ma il messaggio che probabilmente si vuole far passare, ovvero la sofferenza (simbolica e fisica) che sta dietro alla creazione poetica, non viene trasmesso con la giusta chiarezza ed efficacia. Inoltre certe trovate implausibili e gratuite sembrano fatte apposta solo per risolvere determinate situazioni, altrimenti difficili da sbrogliare; ad esempio come sconfiggere le Muse che sembrano onnipotenti? Semplice, basta aggiungere al gruppo una Musa nascosta (invisibile perché celata sotto mentite spoglie) che, se viene uccisa, provoca la morte di tutte le altre. Perché mai poi? Sorvoliamo anche sulla presenza di alcune Muse ‘buone’ che si ribellano alla congrega perché vogliono essere più ‘umane’… La cosa ci viene spiattellata senza tanti approfondimenti, ma, piuttosto ridicolmente una di queste, sconfitta e braccata dalle altre consorelle, perde la memoria e vive nelle improbabili vesti di una spogliarellista, vessata dal suo protettore, finché il professor Samuel, che condivide i suoi incubi, non corre in suo aiuto. Quando servirà ai fini della storia, recupererà opportunamente la memoria quasi di botto. Boh…
Alla fine se togliamo dal film il termine ‘Muse’ non cambia niente, ma rimane un film di streghe, a tratti anche pauroso, con qualche spruzzata di gore, ambientazioni cupe e goticheggianti valorizzate da una buona fotografia, tanti aspetti derivativi già visti altrove e un’occasione sprecata per fare un film horror veramente originale. Tutto sommato risulta buona la prova degli interpreti, con Elliot Cowan, nella parte del tormentato professor Samuel Solomon, un anziano Christopher Lloyd nel ruolo del professor Herbert Reuschen (destinato a un orribile fine), l’attrice tedesca Franka Potente (la collega di Solomon), e l’attrice rumena Ana Ularu che riesce a donare comunque un certo fascino all’improbabile Musa/spogliarellista.

La settima musa

Possiamo concludere che questa volta Jaume Balagueró non è stato sicuramente ben ispirato dalla Musa del cinema horror ma sicuramente avrà la possibilità di rifarsi in futuro.

 

Titolo Originale: Musa
Regia: Jaume Balagueró
Anno: 2017
Cast: Elliot Cowan, Franka Potente, Ana Ularu, Joanne Whalley, Christopher Lloyd