Gli appassionati di fantascienza possono essere contenti per i 7 premi Oscar assegnati a Gravity del regista messicano Alfonso Cuarón. I premi ricevuti per quanto riguarda la parte tecnica sono: effetti speciali, sonoro (due categorie), fotografia e montaggio. Ma il film si prende anche il premio per il miglior soggetto originale e il riconoscimento come miglior regista a Cuarón. Certo, non si tratta di un film di fantascienza in senso stretto in quanto l’ambientazione e la storia cercano di essere il più possibile realistici e verosimili (o almeno così si tenta di far credere agli spettatori). In verità Gravity ha ricevuto anche aspre critiche sul piano della verosomiglianza scientifica; pur essendo un film coinvolgente ed ben realizzato sotto l’aspetto degli effetti speciali, secondo Giovanni Bignami, presidente dell’INAF (Istituto nazionale di Astrofisica) tutto l’impianto su cui si regge l’avventuroso salvataggio dell’astronauta interpretato da Sandra Bullock è impossibile da un punto di vista ‘fisico’. Come riportato in un’intervista su La Stampa Bignami ci dice: “Non me lo aspettavo, per un colossal in 3D, chiaramente sponsorizzato dalla Nasa (che fornisce vere panoramiche della Terra dallo spazio e, perciò, fantastiche. Soprattutto le aurore boreali, valgono tutto il resto del film). La storia di «Gravity», all’inizio, è abbastanza realistica: arriva uno sciame di detriti che distrugge uno Shuttle al lavoro sullo Hubble Space Telescope, strumento in orbita intorno alla Terra. Nella realtà, i detriti hanno velocità di diversi chilometri al secondo, per cui si vedrebbero arrivare molto meno di una palla di fucile, anche se abbastanza grossi… Mentre nel film sembra che arrivino svolazzando come sassi che cadono da una parete…… Il problema è che, a rigor di fisica, il film dovrebbe finire qui. Distrutto lo Shuttle dai detriti, non tornerebbe a casa nessuno, ovviamente. Seguirebbe, al massimo, un triste messaggio del Presidente alla Nazione. Invece qui si va avanti, con una pensata di George Clooney: usando i ridicolmente deboli getti di stabilizzazione della tuta, i due arrivano alla Stazione spaziale internazionale. La quale, ricordiamo, è su di una orbita completamente diversa, quasi perpendicolare a quella di Hubble, con una differenza di quota di 150 chilometri….. ” Comunque a parte la coerenza scientifica, caratterestica non strettamente necessaria per la riuscita di un film, anche la NASA ha voluto celebrare Gravity pubblicando una galleria di vere immagini spaziali che è possibile vedere su Flickr.

gravity