Presenze - E se oggi fosse già domani (Voices)

Che tipi di fantasmi erano? Del XVII secolo? Del XXI secolo? Sì, fantasmi futuri, perché no?! Il tempo presente e il tempo passato sono entrambi forse presenti nel tempo futuro e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato. E questa è di Eliot: Quattro Quartetti

The Others ha reso celebre Alejandro Amenábar; senza questa pellicola la carriera del regista spagnolo probabilmente avrebbe preso un’altra piega. La celebre ghost story, diretta con maestria e confezionata in modo notevole, basa gran parte del suo fascino sul colpo di scena finale. L’epilogo parve innovativo eppure trae ispirazione da un film poco noto, E se oggi… fosse già domani, noto in Italia anche come Strani fenomeni oppure Presenze. E’ una pellicola del 1973, diretta da Kevin Billington, e a prima vista, ha poco di eccezionale.
Claire (Gayle Hunnicutt) e Robert (David Hemmings, attore feticcio del Maestro Michelangelo Antonioni) sono una giovane coppia, innamorata, benestante e di successo. La vita pare aver concesso loro tutto quanto si può desiderare, hanno un figlio adorabile e possono permettersi lunghe vacanze su una casa galleggiante. Durante una di queste navigazioni fluviali i due sposini si appartano per un momento di intimità. Il bambino si allontana incustodito, e scompare, probabilmente inghiottito dalle acque vorticose di una diga. Nonostante l’intervento della polizia il corpo non viene ritrovato, e la coppia si trova a dover elaborare il lutto nella maniera più atroce possibile. Tra sensi di colpa e reciproche recriminazioni la disgrazia spezza l’armonia che regnava tra i due. Claire impazzisce e viene internata in una casa di cura per malattie mentali, dopo l’ennesimo tentativo di suicidio. Qualche anno dopo Claire lascia la clinica con Robert, diretti all’antica dimora vittoriana della famiglia della donna. La fitta nebbia obbliga la coppia ad abbandonare l’auto e a inoltrarsi nel bosco; giunti alla magione i due si trovano in un ambiente un tempo sontuoso, abbandonato da anni. Mancano le comodità più elementari e quella che doveva essere una  vacanza dedicata a dare un nuovo inizio al rapporto, si trasforma in un continuo battibecco. I due sposi si accusano reciprocamente, la tensione sale e Claire inizia a sentire strane voci… Robert la crede preda dell’ennesima crisi ma poco a poco anche lui sembra percepire qualcosa di strano. La verità è là fuori, e viene presto rivelata, appena lasciano la dimora per tornare all’automobile.

Due soli attori protagonisti e cinque comparse, riprese in locations davvero modeste, colori sbiaditi, effetti speciali praticamente inesistenti… E se oggi… fosse già domani sembra un vecchio sceneggiato, girato con troppe idee buone e mezzi insufficienti a trasportarle sullo schermo. E’ proprio l’aspetto dimesso ad aver confinato questa pellicola nel limbo dei b-movies, facendola passare inosservata. Le idee che sono alla base della vicenda sono attuali, e purtroppo spesso restano inascoltate dal cinema di genere contemporaneo, soprattutto a Hollywood. La filosofia alle spalle della creazione di Kevin Billington è indispensabile per suscitare paura in qualsiasi pellicola horror, tanto più se si vuol narrare una storia gotica. Questo sottogenere vive di atmosfere cupe, costruite lentamente; gli effetti speciali passano in secondo piano, e il danaro e la tecnologia sono pessimi consiglieri. La possibilità di mostrare qualsiasi entità in parecchi casi coincide con un abuso della grafica digitale o di trucchi dozzinali. Se la sceneggiatura è sorretta da un buon montaggio le apparizioni possono far fare qualche salto sulla sedia; più spesso, l’esibizione ingenua dei fantasmi suscita involontarie risate. Come ha insegnato H.P. Lovecraft, le più grandi paure sono suscitate dall’ignoto; svelare le caratteristiche di un’entità, per quanto orrida, ce la rende meno ignota, meno paurosa. Ben vengano dunque le presenze eteree, segnalate da voci appena percepibili, le immagini sfocate lasciate intravedere per qualche breve istante, i cigolii e i richiami a Il giro di vite di Henry James e alla migliore letteratura di genere. La paura deve insinuarsi a fondo nella mente dello spettatore.
Questa è la filosofia sottintesa a E se oggi fosse già domani, e per gustare il film occorre abbandonare molti dei criteri estetici ritenuti validi per il cinema contemporaneo. Il ritmo è lentissimo, e la narrazione procede soprattutto grazie ai dialoghi, proprio come avveniva nelle puntate del telefilm Zaffiro e Acciaio. Il doloroso passato emerge dalle battute che i due protagonisti si scambiano. Tutti i flashback sono affidati alla parola e nessun evento del passato viene rappresentato direttamente. La memoria delle persone si presta a errori, a rimozioni, ad interpretazioni soggettive. I trascorsi di Claire lasciano credere che la poveretta non sia mai veramente guarita, e l’opportunismo del marito genera altrettanti sospetti. A prestare orecchio a Claire, Robert le è restato accanto durante la malattia perché è un uomo ambizioso ma povero. Con i suoi mezzi limitati avrebbe dovuto trovare un impiego modesto e rinunciare a qualsiasi sogno artistico. L’uomo l’avrebbe sposata soltanto per interesse, e se riuscisse a far riconoscere l’infermità mentale, potrebbe disporre dei suoi beni senza doversi giustificare agli occhi dei molti benpensanti. Robert ovviamente ha la sua versione dei fatti, si presenta come un uomo innamorato messo a dura prova dalla tragedia prima, e dalla convivenza con una donna imbottita di psicofarmaci. Lo spettatore è testimone dei due punti di vista e ha pochi elementi per decidere se concedere la sua fiducia allo scrittore o alla donna. Entrambi rivelano le loro debolezze, Claire fragile e dipendente dalle sue pasticche, Robert opportunista e calcolatore. La rivelazione conclusiva non dissipa alcun dubbio. Motivata l’origine delle misteriose voci, c’è una chiarificazione riguardo alla condizione dei protagonisti e la conferma dell’origine paranormale dei fenomeni nulla toglie al dramma umano dei due, beffati nel modo più atroce dagli eventi.
L’introspezione genera la giusta ambiguità e l’indeterminatezza crea l’atmosfera adeguata. Purtroppo i dialoghi rallentano inesorabilmente l’azione e in alcuni momenti della parte centrale della pellicola diventano verbosi. Si ha l’impressione che qualche taglio, una sintesi più snella, avrebbe reso la narrazione più incisiva. Se il regista ha scelto diversamente, è forse per ragioni distributive: il lungometraggio sarebbe divenuto un ottimo medio metraggio, costretto dalle leggi del mercato a circolare quasi esclusivamente in festival specializzati, o a raggiungere le sale abbinato a un diverso episodio.

Presenze, 1973

E se oggi fosse già domani risente della sua origine teatrale. E’ l’adattamento cinematografico di “Voices”, piece scritta da Richard Lortz nel 1972. Il testo è nato per un palcoscenico e per necessità o per libera scelta, il regista ne ha mantenuto inalterato lo spirito. Si motivano così i tanti interni, l’aspetto poco verosimile della magione, i set dimessi allestiti in interni costruiti in studio. La stessa fotografia valorizza le interpretazioni degli attori, abbonda con primi piani. Senza arrivare a una predominanza di piani sequenza, il montaggio ricorda quello visto nelle opere teatrali proposte alla televisione negli anni Sessanta, valide produzioni che hanno avvicinato il teatro di qualità alla gente comune. Se oggi fioriscono teatri anche nei quartieri delle periferie urbane, se vecchi teatri di paese tornano a vivere, un po’ di merito va riconosciuto a queste iniziative. Il cinema attuale ha però ritmi ben diversi, anche quando racconta vicende realistiche, e la platea può sentirsi scoraggiata da tanta lentezza.

Aver teatralizzato una ghost story è comunque un’impresa interessante e coraggiosa, indipendentemente dal risultato. Ovviamente la pellicola è adatta a spettatori consapevoli delle caratteristiche proprie dei vari mezzi espressivi, appassionati pronti a degustare le varie sfumature del cinema di genere. Dopo aver visto questa pellicola, Il sesto senso e The Others non vi sembreranno più gli stessi.

Autore: Cuccu’ssette – Stanchi del ”solito” cinema ? Troverete su Fendenti & Popcorn recensioni di pellicole fantasy, fantascientifiche, horror, surreali, storiche, famose o tutte da scoprire.

 

Titolo: E se oggi… fosse già domani? (Voices)
Anno: 1973
Regia: Kevin Billington
Produzione: Gran Bretagna – Hemdale Film –  Durata 91 min.
Sceneggiatura: Robert Enders, George Kirgo
Fotografia: Geoffrey Unsworth
Musiche: Richard Rodney Bennett
Interpreti: David HemmingsGayle Hunnicutt, Lynn Farleigh, Peggy Ann Clifford


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