Conan

Un gruppo di guerrieri a cavallo, in cerca del segreto dell’acciao, assale il villaggio del giovane Conan. I genitori di Conan, insieme a tutti gli abitanti vengono brutalmente assassinati dal malefico Thulsa Doom e dai suoi guerrieri. Conan, ancora bambino, viene destinato a una vita di schiavitù; incatenato alla ruota del dolore, egli gira in tondo per anni, fino a costruirsi muscoli imponenti. Finchè un giorno viene liberato dal suo padrone, dopo essere stato fatto combattere come un gladiatore in numerosi scontri. Nel suo peregrinare in cerca di vendetta contro Thulsa Doom , troverà validi alleati nell’arciere Subotai e nella amazzone Valeria, regina dei ladri…

Conan il barbaro ci fornisce una rappresentazione quasi perfetta del Conan protagonista dei racconti dello scrittore texano Robert E. Howard (1906-1936) che inventando il personaggio nella prima metà degli anni ‘30, portò una vera e propria ventata di originalità nella narrativa fantasy dell’epoca. I racconti di Conan il barbaro pubblicati principalmente sulla rivista pulp Weird Tales a partire dal 1932, hanno costituito il nucleo principale da cui si è sviluppato quel particolare sottogenere del fantasy denominato heroic fantasy, dove protagonisti di solito intrepidi e muscolosi, combattono senza sosta contro streghe, maghi, e varie altre creature soprannaturali. Il controverso (soprattutto ideologicamente) sceneggiatore e regista John Milius, ha trovato completa adesione nel mondo barbarico creato da Howard. Lo stesso Milius ha dichiarato a proposito del film: Credo nell’etica barbarica. Non mi fido del lavoro che la civiltà ci ha fatto addosso. Sono per una visione più semplice delle cose, più basata sull’azione, e cercherò di dare al film un senso genuino di moralità pagana. Ma sarà soprattutto una storia romantica, un classico racconto d’avventure, un film nel quale accade qualcosa di grande.”
Il cast del film è azzeccato: Arnold Schwarzenegger, un superuomo che ha vissuto oltre le nebbie del tempo, quando la gente era più pura e semplice in un mondo tra il primitivo e il fantastico, è la perfetta impersonificazione di Conan, così come Sandahl Bergman di Valeria, protagonista femminile a tutto tondo, posta sullo stesso piano delle figure maschili. Valeria è tutto ciò che un post adolescente erculeo potrebbe mai sperare di trovare in una donna. Lei è muscolosa ma agile, sa cavalcare, difendersi, saltare recinzioni e arrampicarsi sulle corde. A volte si abbandona anche a parlare di amore. Fisicamente molto compatibili, esprimono anche lati divertenti o ironici dei loro personaggi; il film è indubbiamente epico ed avventuroso ma non senza una dose di umorismo, di malizia ed erotismo che non sembra mai sfuggire di mano al regista. Punti di forza del film sono la scenografia, gli effetti speciali (meccanici e non ottici, come espressamente richiesto da Milius per ottenere un maggiore realismo), il design di armi e armature, senza dimenticare le scene di combattimento assai spettacolari e cruente. I singoli fotogrammi di molte scene potrebbero sembrare gigantografie dei pannelli dei fumetti della Marvel o delle illustrazioni di Frank Frazetta, il grande artista a cui il regista si è ispirato per realizzare visivamente molte sequenze. Gli aspetti più inquietanti coinvolgono il personaggio di Thulsa Doom, il cattivo che ha la capacità di trasformarsi in serpente e ipnotizza le sue vittime. Qui è interpretato con bravura dall’attore nero James Earl Jones, affrontato nella scena finale dal vendicativo Conan che ne recide di netto la testa lanciandola sdegnosamente giù dalla rampa di scale del suo tempio.
Naturalmente ci sono anche delle differenze tra il Conan di Milius e quello letterario. Il regista privilegia l’aspetto superoministico della filosofia di Friedrich Nietzsche a lui cara e pone l’accento sul racconto di ‘formazione’ dove il protagonista deve affrontare un percorso di crescita e di maturazione arduo e pericoloso. Dove il turbolento e indomabile eroe di Howard appare da subito una figura dalle movenze feline e dotato di una certa astuzia, il Conan di Milius, almeno all’inizio, è un selvaggio erculeo ma piuttosto goffo e ingenuo, addirittura letargico in certe situazioni, disposto ad accettare anche anni di schiavitù senza reagire. Milius non si è ispirato ad un particolare racconto di Howard ma ha preso spunti da più storie, fondendoli abbastanza efficacemente per dare vita ad una vicenda dai toni epici, barbarica e decadente al tempo stesso.
Il merito dell’aura epica che permea il film va in gran parte attribuita alle musiche wagneriane di Basil Poledouris, grandiose, incalzanti e sempre aderenti allo spirito delle immagini. L’intera colonna sonora venne registrata a Roma presso il prestigioso Coro di Santa Cecilia. Visto il notevole successo, il film ebbe un sequel nel 1984, Conan il Distruttore ma senza la direzione del ‘duro’ Milius si rivelò quasi un fiasco. Ancora peggio è andato l’inutile remake/reboot Conan the Barbarian  del 2011.

Info e curiosità
Grande influenza, nella realizzazione di questo film e nella caratterizzazione dei personaggi, ha avuto non solo Robert Howard, ma la biografia di Gengis Khan.
Arnold Schwarzenegger e Sandahl Bergman non fecero ricorso a stuntmen per le rispettive scene d’azione: non se ne trovarono disponibili e, soprattutto, di analoga stazza fisica.
Per dare ai costumi di scena un’aria “vissuta”, Dino de Laurentiis obbligò gli attori a indossarli continuamente e non solo durante le riprese.
Arnold Schwarzenegger dovette diminuire sensibilmente la massa muscolare, perché l’ampiezza del torace era tale da impedirgli di usare correttamente la spada.
Kiyoshi Yamasaki, che interpreta il maestro d’armi di Conan, fu il vero maestro degli attori nei lunghi corsi di preparazione al film.
Conan il Barbaro fu girato in Spagna, nella regione di Almerìa.
Con coraggio Milius diede i tre ruoli principali ad interpreti quasi completamente privi di esperienza di recitazione: oltre al culturista austriaco Schwarzenegger, Gerry Lopez/Subotai era un noto surfista già apparso in Un mercoledì da leoni e Sandahl Bergman/Valeria era una ballerina notata da Milius in All That Jazz di Bob Fosse.
La scena della pittura di simboli sul corpo di Conan e lo sciame di fantasmi durante la resurrezione del barbaro trae ispirazione dal racconto giapponese “Hoichi il senza-orecchie“, riportato anche nel film Kwaidan (1965) di Masaki Kobayashi.

Titolo: Conan il Barbaro (Conan the Barbarian) Regia: John Milius Anno: 1982  Produzione: USA – Universal Pictures, Raffaella De Laurentiis, Dino De Laurentiis – sonoro, colore, durata 129 min. Sceneggiatura: John Milius, Oliver Stone Fotografia: Duke Callaghan  Scenografia: Giorgio Postiglione Effetti speciali: Nick Allder, Colin Arthur, James R. Hagedorn  Musica: Basil Poledouris  Interpreti: Arnold Schwarzenegger, James Earl Jones, Max von Sydow, Sandahl Bergman, Gerry Lopez, Sven Ole Thorsen, William Smith

 

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