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Nell’anno 2023, in una Terra desolata e semidistrutta, robot invincibili conosciuti come ‘Sentinelle’ stanno sterminando i mutanti e anche gli esseri umani che hanno i loro geni o che stanno dalla loro parte. Gli ultimi X-Men sopravvissuti, capitanati da Magneto e Xavier, inviano Wolverine (o meglio la sua mente) nel passato in un disperato tentativo di cambiare la storia e prevenire l’evento che si tradurrà in una catastrofe per gli esseri umani e i mutanti…

X-Men: Giorni di un futuro passato segna il ritorno alla regia di Bryan Singer che aveva già diretto i primi due capitoli della saga, giunta ora al settimo capitolo. Tratto dall’innovativa storia a fumetti Giorni di un futuro passato di Chris Claremont del 1981, la trasposizione filmica ha rischiato di non reggere il confronto con l’illustre fonte ispiratrice. Ma bisogna ammettere che Singer è riuscito a portare in porto l’operazione senza grandi sbandamenti. Giova ricordare che prima che il cinema di fantascienza cominciasse a ‘giocare’ con i viaggi temporali con Terminator e Ritorno al futuro, la storia di Claremont anticipava l’idea dei viaggi del tempo visti come mezzo per cambiare il futuro. Idea che l’odierno cinema sci-fi ha sfruttato in innumerevoli varianti e ripetizioni. Ma Singer, apportando pochi ma significativi cambiamenti alla storia di Claremont, rinnova ingegnosamente l’epopea dei mutanti dando il via ad un nuovo inizio, in una sorta di reboot sul modello di Star Trek Into Darkness. Certo, il film mette molta carne al fuoco, forse troppa, ed è affollato da una miriade di personaggi mutanti dotati di poteri incomprensibili o esagerati che possono creare confusione in chi non ha dimistichezza con i fumetti Marvel o con i film precedenti degli X-Men. Inoltre la rappresentazione della terra futura post-catastrofe risulta stereotipata con effetti CGI troppo invadenti e con robot piuttosto simili a creazioni analoghe di tanti altri film, come ad esempio il Distruttore, l’essere metallico presente nel primo Thor (2011). Ma poi il film decolla quando Wolverine viene proiettato negli anni ’70 del 20° secolo e il regista infonde alla storia un ritmo serrato ma con i giusti toni seri e drammatici che rendono coinvolgente il tutto. Non mancano i riferimenti storici all’epoca (Kennedy, Nixon, La guerra del Vietnam), ricostruzioni accurate e soprattutto spettacolari effetti speciali che non si vedevano in giro dai tempi di Inception. Una su tutte la scena in cui Magneto sposta un intero stadio sportivo e lo fa atterrare intorno alla Casa Bianca. Ma sono gli attori che sorreggono il film: ricordiamo, oltre al nerboruto Hugh Jackman perfettamente a suo agio nei panni di Wolverine, un’intensa e vendicativa Jennifer Lawrence nel ruolo di Raven e un misurato e professionale Peter Dinklage in quello del ‘cattivo’ Trask, l’inventore nano che odia e ammira al tempo stesso i ‘diversi’ mutanti. Ottima anche la prova del nuovo entrato Evan Peters nei panni del velocissimo Quicksilver, personaggio che appartiene anche alla saga degli Avengers. Una citazione a parte merita Michael Fassbender, attore di statura internazionale, nella parte di un ambiguo Magneto da giovane. Ovviamente gli stravolgimenti temporali operati da Singer hanno creato inevitabili incongruenze con i film precedenti. Ma è interessante riportare le dichiarazioni dello sceneggiatore Simon Kinberg che ci aiuta comprendere come sia cambiata la linea temporale degli X-Men:La fine di Giorni di un futuro passato nel 1973 fa cambiare la linea temporale che era stata stabilita nell’universo cinematografico. Ma una delle cose che postuliamo nel film è l’immutabilità del tempo. Quindi, quello che si vede alla fine è un futuro che è stato spostato, ma non completamente trasformato. I nostri personaggi sono tornati nella villa, come li abbiamo visti in X-Men 1-3, con alcune modifiche evidenti (alcuni personaggi sono vivi). Quindi la risposta è sì e no. Si è stata cambia la linea temporale. No, non è stato cancellato completamente tutto quanto”.
X-Men: Giorni di un futuro passato è il primo film sugli X-Men ad essere stato girato nel formato 3D e con la telecamera Arri Alexa-M, una macchina da presa digitale per il cinema, introdotta per la prima volta nell’aprile 2010. Nella scena finale dopo i titoli di coda ci viene dato un anticipo di quello che sarà il seguito che la Twentieth Century Fox ha già ufficializzato, in uscita nel 2016, e intitolato attualmente X-Men: Apocalypse.

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Titolo: X-Men: Giorni di un futuro passato (X-men: Days of Future Past)
Regia: Bryan Singer
Anno: 2014
Produzione: USA – Twentieth Century Fox- colore, 3D, durata: 131 min.
Sceneggiatura: Simon Kinberg – Tratto dal fumetto: Giorni di un futuro passato di Chris Claremont, John Byrne
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Scenografia: John Myhre
Effetti speciali: Cris Alex, Ben Belanger, Roland Blancaflor, Ken Cornett, Nidhi Agarwal
Musica: John Ottman
Interpreti: James McAvoy, Jennifer Lawrence, Hugh Jackman, Ian McKellen, Michael Fassbender, Nicholas Hoult, Patrick Stewart, Peter Dinklage


 

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