DarkWaters_1993

La giovane Elizabeth giunge da Londra, dopo un viaggio disagevole, ad un antico convento di suore situato in un isola sperduta nel Mar Nero. Nell’austero convento dovrebbe trovarsi l’amica Theresa con cui era rimasta in contatto epistolare. Elizabeth, originaria dell’isola, deve chiarire quali legami aveva la sua famiglia con quel posto. I suoi ricordi d’infanzia risalenti al periodo passato sull’isola prima dei 7 anni d’età sembrano cancellati ad eccezione di alcune spaventose ed enigmatiche visioni che ogni tanto la tormentano. Inoltre è venuta a sapere che il padre (da poco scomparso) faceva al convento delle donazioni regolari. Dopo aver chiesto alla madre superiora spiegazioni sulle sovvenzioni, Elizabeth viene invitata a restare come ospite nell’antico monastero per meglio capire l’importanza delle sacre attività svolte dalle suore. Ma nel convento la giovane si trova di fronte ad accadimenti sinistri e misteriosi: l’amica Theresa risulta partita improvvisamente due giorni prima e le suore sembrano dedite ad un arcano e sanguinario culto che ha ben poco di cristiano…

Dark Waters, pellicola horror semisconosciuta ai più, è un chiaro omaggio per la trama e le atmosfere al celebre racconto “La Maschera di Innsmouth” di Lovecraft. Il regista napoletano Mariano Baino (qui al suo primo e unico lungometraggio) dirige un film stilisticamente coraggioso ed insolito, realizzato all’estero quando ormai la gloriosa stagione dell’horror/exploitation italiano volgeva al termine. Ovviamente rimasto inedito nelle sale italiane, Dark Waters rimane profondamente debitore (anche da un punto di vista tecnico) nei confronti dei maestri italiani dell’horror come Mario Bava, Dario Argento (vedi Suspiria) e Lucio Fulci, aspetto riscontrabile soprattutto nell’uso delle inquadrature, delle luci e della fotografia. Ma Baino, grande appassionato di horror fin dai tempi dell’accademia cinematografica e profondo conoscitore della materia, riesce a confezionare alla fine un’opera abbastanza originale dalle atmosfere tese ed allucinate, ben rese dagli ‘alieni’ paesaggi rurali ucraini dove è stato girato il film. Anche se la vicenda vera e propria si snoda in maniera piuttosto oscura, denunciando i limiti di un copione confuso, forse conseguenza delle condizioni molto difficili in cui è stato realizzato il film: finanziati dal magnate russo Victor Zuev,  Baino e la sua troupe si sono diretti in Ucraina (non troppo lontani dalla zona del disastro di Chernobyl) dove hanno dovuto affrontare numerose difficoltà e peripezie (incomprensioni per la lingua, piogge torrenziali che hanno distrutto il set, rischi di asfissia per l’uso improprio delle centinaia di candele impiegate in molte scene, la vendita sottobanco del film sul mercato nero…). Ma questo non ha impedito a Dark Waters di diventare un piccolo cult all’estero e di aggiudicarsi svariati riconoscimenti ottenuti con le proiezioni ai festival (anche in Italia).

Dark Waters

Come già anticipato, sulla coerenza ed unitarietà della vicenda prevalgono nel film le atmosfere misteriose, le ambientazioni desolate ed angoscianti (come i corridoi del convento illuminati da fiaccole e candele), e la forza d’impatto delle immagini e delle singole scene dai dialoghi rarefatti, sempre sospese tra realtà e incubo; tra le più efficaci e spaventose citiamo in ordine sparso la scena onirica della protagonista che si trova di fronte la suora crocifissa che ‘avanza’ verso di lei, il viaggio iniziale in autobus e poi in barca in compagnia di un’umanità strana e degenerata, la giovane che si ritrova sulla spiaggia completamente ricoperta di pesci morti, il colloquio surreale con la madre superiora che si esprime con versi incomprensibili che necessitano di un interprete, la terribile rivelazione finale piena di orrore cosmico lovecraftiano. Accompagna il tutto una colonna sonora fatta di versi gorgoglianti, gemiti, pianti di bambini, respiri affannosi che tengono lo spettatore in uno stato di costante tensione ed inquietudine. L’attrice Louise Salter è perfetta nella parte di Elizabeth, la spaesata ragazza alla ricerca delle sue origini. Ben realizzata e mostrata con saggia parsimonia risulta l’orrida e ancestrale entità che esige tributi in carne umana.
Purtroppo questo promettente esordio non ha avuto seguito da parte di Baino che si è limitato a realizzare cortometraggi, videoclip musicali e a scrivere copioni. Ma del resto non è mai stato facile trovare in Italia finanziamenti e sbocchi commerciali per un certo tipo di cinema.

Titolo: Dark Waters (Temnye vody)
Regia: Mariano Baino
Anno: 1993
Produzione: Russia, Italia, Gran Bretagna - Victor Zuev - Durata 89 min.
Sceneggiatura: Mariano Baino, Andy Bark
Fotografia: Alex Howe
Scenografia: Ivan Pulenko
Musica: Igor Clark
Interpreti: Louise Salter, Venera Simmons, Mariya Kapnist, Anna Rose Phipps

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