Il nido del ragno - poster

Il prof. Whitmore, un esperto di linguistica e religioni orientali, si reca a Budapest con l’incarico di rintracciare il prof. Roth che non dà più notizie di sé; entrambi gli studiosi lavorano ad un progetto internazionale di ricerca (il misterioso progetto Intextus) su un antichissimo culto religioso ma Roth inspiegabilmente ha interrotto ogni collaborazione. Giunto a Budapest, Whitmore riesce ad incontrare Roth che però appare poco lucido e in preda alla paura, anche se riesce a consegnare al collega alcuni documenti e delle misteriose tavole su cui compaiono dei nomi.Tornato in visita per un secondo incontro, Whitmore trova Roth morto, impiccato in quella che sembra una grossa ragnatela…

Il nido del ragno, diretto da Gianfranco Giagni nel 1988, è un insolito e tutto sommato interessante tardo horror italiano, uno degli ultimi di ascendenze polanskiane, sulla scia dei ‘classici’ thriller nostrani La Corta Notte delle Bambole di Vetro e Il profumo della signora in nero, pellicole che negli anni ’70 si distinsero per le atmosfere misteriose e sinistre. Proprio quando la feconda stagione del cinema di genere horror nazionale si stava avviando al tramonto, persa dietro la scopiazzatura di modelli esteri splatter/slasher, Gianfranco Giagni, insieme agli sceneggiatori Tonino Cervi (specialista in commedie, qui alla sua unica sceneggiatura horror) e Gianfranco Manfredi (ora diventato valido scrittore horror e autore di fumetti per l’editore Sergio Bonelli) hanno preferito omaggiare (ma per alcuni ‘copiare’) i grandi maestri del thriller/horror (sotto l’aspetto visivo e tematico) come Bava, Argento, Polanski, Hitchcock… La presenza nella storia della misteriosa setta dei ‘Tessitori’ e di un arcaico culto religioso che ibrida la razza umana con i ragni sembra rimandare pure a Lovecraft, anche se probabilmente si tratta di un’influenza involontaria, comunque insolita nel cinema fantastico horror italico (che solo negli ultimi anni sembra aver scoperto lo scrittore di Providence come fonte d’ispirazione, soprattutto nell’ambito del cinema indipendente o ‘underground’, distribuito di solito fuori dai confini nazionali). In questo caso chi ha ravvisato qualche traccia tematica lovecraftiana ha pensato al racconto La Maschera di Innsmouth, dove però l’ibridazione tra uomini e pesci viene sostituita da quella (altrettanto ripugnante) tra uomini e ragni. Anche se gli autori del film si sono limitati a seguire soprattutto la strada consolidata del giallo/thriller all’italiana (con contaminazioni soprannaturali), con un occhio sempre rivolto a pellicole seminali come Suspiria, Inferno, Rosemary’s Baby…, ma senza approfondire troppo gli aspetti potenzialmente più originali.

Punto di forza de Il nido del ragno è l’ambientazione a Budapest, location suggestiva e misteriosa, enfatizzata da inquadrature sghembe, prospettive inquietanti e strade inspiegabilmente deserte e desolate. Intendiamoci, non ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente originale (le pellicole sopracitate hanno fatto la stessa cosa a livello di ambientazioni, ma meglio) ma comunque rimane un interessante tentativo di riportare l’horror italiano a livelli qualitativamente accettabili, dopo che nel corso degli anni ’80 si è assistito a un progressivo inaridimento della vena ispiratrice. Lo spunto iniziale è molto promettente e riesce a creare aspettative verso una vicenda carica di mistero, inserita all’interno di una cornice non banale di stampo mitteleuropeo.

Il nido del ragno (1988)

Ma poi lo sviluppo non è del tutto adeguato alle buone premesse, tra ingenuità assortite, particolari improbabili o poco chiari e qualche interprete non proprio all’altezza. Anche gli elementi più propriamente orrifici (i ragni) e misteriosi (l’antica setta dei Tessitori) non vengono sfruttati pienamente. Gli effetti speciali in stop-motion del maestro dei trucchi italiano Sergio Stivaletti sono adeguati al tipo di produzione low-budget e in linea con quelli del periodo ma forse un po’ fuori ‘registro’ rispetto al tipo di storia d’atmosfera perché nel finale virano verso il grottesco.

Spoiler!

Gli adepti della setta adorano un improbabile bambino-mostro che partorisce ragni mutanti che strisciano sotto la pelle del malcapitato di turno per possederlo e trasformarlo. Al bizzarro ‘bambolotto’ animato in stop-motion da Stivaletti forse sarebbe stato preferibile qualche mostruosità totalmente aracnide più in tema con la vicenda. Probabilmente si è voluta seguire la ‘moda’ horror dei neonati mostruosi inaugurata al cinema da Rosemary’s Baby. Al servizio della setta c’è una specie di donna ragno vestita di nero, anche se in verità ha più l’apparenza di una vampira o strega. Come in altri horror ‘cospirazionisti’ si capisce subito che lo sventurato prof. Whitmore avrà poche possibilità di cavarsela… 

Non mancano nella pellicola elementi exploitation o gore, tipici del periodo, che rimangono però tutto sommato piuttosto contenuti (una scena di nudo femminile integrale, un po’ di sesso ‘bavoso’ aracnide, un efferato delitto a colpi di coltello in stile (fotocopia) Dario Argento). Indubbiamente Gianfranco Giagni (che avrà in seguito una discreta carriera come regista televisivo e documentarista) poteva osare di più con il materiale che aveva tra le mani. Per quanto riguarda gli interpreti la prova di Roland Wybenga nella parte del protagonista risulta un po’ incolore, vanno meglio alcune figure di contorno come lo strano uomo senza nome che vive sotto la città per sfuggire alla setta interpretato da William Berger (1928-1993, antagonista in tanti western all’italiana), o Stéphane Audran (attrice e moglie di Claude Chabrol per molti anni) nel ruolo di un’enigmatica direttrice d’albergo. Inquietante anche Margareta Von Krauss nella parte della sibilante donna ragno.

Comunque in sintesi Il nido del ragno (conosciuto all’estero con il titolo Spider Labyrinth), nonostante le suddette pecche, è da considerarsi un film semisconosciuto da riscoprire, una delle ultime produzioni horror di un certo interesse, prima che sul cinema italiano di genere calasse il sipario.

 

Titolo: Il nido del ragno
Anno: 1988
Regia: Gianfranco Giagni
Produzione: Italia – Tonino Cervi – Durata 90 min.
Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi, Riccardo Aragno, Tonino Cervi, Cesare Frugoni
Fotografia: Nino Celeste
Effetti speciali: Sergio Stivaletti
Musiche: Franco Piersanti
Interpreti: Roland Wybenga, Stéphane Audran, William Berger, Margareta Von Krauss, Arnaldo Dell’Acqua, Claudia Muzii, Massimiliano Pavone, Paola Rinaldi


Trailer