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Frederich March in Il Dr.Jekyll, 1931

I capolavori

Dopo il Jekyll/Hyde di Barrimore (e quello parodistico di Stan Laurel), nel corso degli anni ’20 non risultano altre riduzioni cinematografiche del romanzo di Stevenson. Bisogna aspettare l’avvento del cinema sonoro perché il celebre doppio personaggio torni in auge con un film considerato all’unanimità come il capolavoro definitivo sull’argomento ovvero Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde, 1931) diretto da Rouben Mamoulian, con Frederic March. Tecnicamente raffinata e innovativa (riprese in soggettiva, split-screen, voce fuori campo per i pensieri di Jekyll, fotografia e illuminazione di qualità ‘espressionista’ sul modello dei classici horror germanici…), la pellicola è ricordata soprattutto dai fan dell’horror per la sequenza della trasformazione di Jekyll in Hyde, mirabilmente realizzata in una sola inquadratura tramite un makeup reso visibile gradualmente solo quando veniva illuminato da una particolare luce ad infra-rossi. Il procedimento utilizzato rimase segreto per molti anni anche se nel 1957 l’ingegnoso Mario Bava seppe ricrearlo per la trasformazione dell’attrice Gianna Maria Canale ne I Vampiri di Freda. L’ottima interpretazione di Frederic March (premiato con l’Oscar) ha reso canonica la popolare rappresentazione di un Mr.Hyde dipinto come un energumeno scimmiesco pieno di vitale malvagità che sarà poi ripresa in decine di pellicole successive, soprattutto quelle parodistiche. Anche se in verità la descrizione di Hyde nella storia di Stevenson è in parte diversa e più sfumata, infatti viene descritto come pallido, piccolo di statura, agile e villoso. Dava l’impressione di deformità senza mostrare nessuna malformazione apparente visibile, ed era dotato di un sorriso sgradevole e di un comportamento timido e audace al tempo stesso. Nell’opera letteraria Hyde viene descritto in maniera confusa dagli altri personaggi ma sono tutti concordi sull’impressione di ripugnanza e di malvagità che emana. Del resto l’ispirazione a Stevenson per il suo romanzo venne da un uomo realmente esistito verso la fine del ‘700: William Brody, di giorno irreprensibile artigiano di Edimburgo che di notte si trasformava in ladro dei suoi stessi clienti per conto dei quali costruiva armadi, cassettiere e relative serrature; la sua doppia vita e i suoi guadagni illeciti gli permettevano di avere due amanti, cinque figli e di giocare d’azzardo. Dopo una rapina fallita fu arrestato e condannato a morte per impiccagione. Ma anche dopo la sua esecuzione, circolarono delle voci che fosse sopravvissuto e fuggito a Parigi, diventando così un personaggio immortale delle leggende popolari scozzesi.

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Fondamentalmente il film segue ancora il plot della spettacolo teatrale di Sullivan con le due protagoniste femminili in contrapposizione: la prostituta Ivy Pearson e le fidanzata ‘perbene’ di Jekyll, Muriel Carew. Scandalosa e disinibita per l’epoca risultò l’interpretazione di Miriam Hopkins nella parte della ragazza ‘tentatrice’. Infatti il film subì i tagli di alcune scene (che vedevano protagonista la Hopkins che si sfilava una calza) verso la fine degli anni ’30 da parte della censura; le sequenze tagliate  furono reintegrate solo molti anni più tardi. Inoltre la pellicola non fu proiettata nelle sale per almeno vent’anni, quando la MGM ne acquisì i diritti nel 1941 per ritirarlo dalla circolazione in modo da evitare la concorrenza con il loro ambizioso remake con Spencer Tracy che stava uscendo quell’anno. Ma la qualità indiscussa di questo classico alla fine l’ha fatto arrivare ai nostri giorni abbastanza integro.

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Spencer Tracy in Dottor Jekyll e Mr. Hyde (1941)

Come accennato poc’anzi nel 1941 la MGM produsse un remake del classico di Mamoulian, Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) diretto da Victor Fleming (quello di Via col vento). Questa sontuosa produzione con un cast ricco di star però è sempre stata messa in ombra e ridimensionata dal suo predecessore. In effetti la regia di Fleming più ordinaria e statica rispetto a quella innovativa di Mamoulian e soprattutto l’interpretazione di Spencer Tracy coadiuvata da un trucco non ritenuto all’altezza (realizzato con semplici sovrimpressioni fotografiche) hanno attirato le critiche unanimi dei recensori. Eppure riteniamo che, rivisto a distanza di anni, anche la versione di Fleming meriti lo status di classico che va oltre l’essere un semplice remake. Innanzitutto bisogna rendere giustizia all’ interpretazione di Spencer Tracy che sa passare in maniera convincente da un Jekyll frustrato e represso a un Hyde viscido e laido, che risulta ad uno sguardo moderno assai più credibile e realistico di quello scimmiesco e un po’ caricaturale di Frederich March. Il trucco più leggero applicato a Tracy (ad opera di Peter Ballbusch), seppur ritenuto da molti non abbastanza orripilante e spettacolare, permette al grande attore di impersonare un Mr. Hyde espressivo e abbastanza vicino al modello letterario. Va anche detto che forse la produzione creò eccessive aspettative sull’aspetto ‘mostruoso’ di Hyde con un trailer di lancio (vedi sotto) che mascherava parzialmente il viso di Spencer Tracy. Interessante anche la scelta delle protagoniste femminili dove troviamo, a ruoli invertiti, la diva ‘peccaminosa’ Lana Turner nella parte della brava fidanzata e la ‘casta’ Ingrid Bergman in quello della prostituta.

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Queste due pellicole sono le uniche produzioni importanti degli anni ’30 e ’40 su Jekyll e Hyde. Per il resto il popolare personaggio fu utilizzato in vari brevi cartoni animati (Topolino, Tom & Jerry, Betty Boop…) anche di propaganda bellica (come l’italiano Il Dottor Churkill del 1941, parodia di Churchill raffigurato come un avido mostro bifronte). In parte la classica tematica sulla doppiezza della natura umana che può nascondere un lato oscuro e senza freni trovò altri suggestivi personaggi al cinema, come ad esempio l’uomo lupo, ancor più selvaggio e incontrollabile di mr. Hyde.

Negli anni seguenti non ci saranno altri capolavori indiscutibili tratti dal romanzo di Stevenson anche se le mutazioni continueranno numerose, magari contaminate dalla fantascienza che stava prendendo piede negli anni ’50 in sostituzione dell’horror cinematografico classico. Ma la concorrenza con altri mostri mutanti, come vedremo nella 3° parte, non farà scomparire l’affiatata coppia horror in quanto la storia di Stevenson con la sua carica perturbante e con la sua tagliente critica della società vittoriana, pulita e rispettabile solo in superficie, si dimostrerà attuale e valida anche negli anni a venire.


Trailer