La notte del demonio

Uno psicologo americano, arrivato in Inghilterra per partecipare ad un congresso di parapsicologia, si trova a dover indagare sulla morte di un collega avvenuta in circostanze misteriose. Il suo scetticismo scientifico sarà messo a dura prova quando dovrà affrontare il capo di una setta dedita a culti demoniaci…

Il regista americano Jacques Tourneur venne a girare in Inghilterra nel 1957 (verso la fine della sua carriera) il suo capolavoro del fantastico soprannaturale, La notte del demonio, con esterni girati a Stonehenge. Negli anni precedenti Tourneur aveva diretto alcuni classici del cinema horror come la trilogia girata per la RKO (Il bacio della pantera, Ho camminato con uno zombie, L’uomo leopardo) sotto l’egida del produttore Val Lewton. L’approccio ellittico e misurato al soprannaturale dei film prodotti da Val Lewton ha trovato in Tourneur il suo più rigoroso ed efficace interprete. L’idea alla base del cinema di Lewton e di Tourneur è quella di provocare la paura senza mostrare la causa che la provoca oppure mostrarla il meno possibile. Nell’epoca in cui prendevano piede i monster movies, la concezione di Tourneur del cinema horror soprannaturale è che il terrore debba scaturire dall’inconscio e dagli incubi personali, senza che vi sia necessariamente un pericolo reale o evidente, che lo sostenga. Si tratta di una concezione di cinema horror indubbiamente più evoluta e raffinata, anche se stiamo parlando di produzioni a basso costo. Tratto dal racconto “L’incantesimo dei runi” (Casting the Runes, 1911) di Montague Rhodes James (scrittore di epoca vittoriana ricordato oggi per i suoi racconti weird soprannaturali, preso a esempio anche da Lovecraft *), La notte del demonio ha avuto una lavorazione piuttosto travagliata a causa delle divergenze sorte tra produttore, regista e sceneggiatore riguardo la necessità di mostrare apertamente il demone nella pellicola. Infatti il produttore aggiunse in fase di montaggio dopo la fine delle riprese, contro il parere di Tourneur, tre apparizioni del demonio che seppur ben riuscite tecnicamente, sminuiscono in qualche modo il fascino ambiguo e l’atmosfera inquietante e rarefatta del film. Anche il protagonista Dana Andrews si oppose alle richieste del produttore minacciando di lasciare il set.

La notte del Demonio

Comunque, andando oltre la polemica che coinvolse ai tempi anche quei critici contrari alle nuove tendenze del cinema horror britannico più propenso a mostrare le cose in modo esplicito e diretto, secondo gli standard attuali possiamo considerare le apparizioni del demone piuttosto contenute (e solo in due scene si vede chiaramente).
Lo stile allusivo e sfumato che caratterizzava Il bacio della pantera (1942) viene qui sviluppato con grande rigore: privo di effetti (almeno nelle intenzioni iniziali dell’autore), il film si basa sulla paura di una minaccia impalpabile e indefinibile (la maledizione lanciata sul protagonista), sul duello psicologico tra lo scienziato e il capo della setta (la scena finale sul treno), su un ironico ed ambiguo rovesciamento di prospettive tra la scienza (che appare dogmatica e superstiziosa) e la magia occulta rappresentata da Karswell il capo della setta, che si manifesta nelle vesti bonarie e simpatiche di un gentiluomo di campagna inglese. Notevole la scena in cui Karswell vestito da clown intrattiene dei bambini con giochi di prestigio (e qui l’appassionato di horror non potrà non pensare a It di Stephen King). Nello svolgimento del film, apparentemente blando e privo di tensione (almeno secondo i canoni dell’horror odierno), non mancano comunque scene che trasmettono un certo disagio nello spettatore come ad esempio la fuga notturna del protagonista attraverso il bosco, inseguito dal demone pronto a materializzarsi da una impalpabile nuvola di fumo. Possiamo definire il personaggio del diabolico Karswell una figura tipicamente lovecraftiana, anche se è nel racconto di James che la cosa risulta ancor più evidente: “…di Karswell si diceva inoltre che avesse fondato una propria religione, i cui «spaventevoli riti» venivano celebrati dall’abietto individuo con l’aiuto dei domestici anch’essi definiti «gente orribile»” come viene acutamente messo in evidenza nell’esauriente articolo sull’autore britannico nel blog Axismundi.
Negli Stati Uniti il film uscì in una versione ridotta di 83 minuti per esigenze distributive (dovute alle “doppie proiezioni” nei drive in) con il titolo The Curse of the Demon.

Note
* Montague Rhodes James (1862 – 1936) non era il classico autore di storie gotiche di fantasmi, secondo il parere autorevole di H.P. Lovecraft, come osserva nei suoi scritti critici sulla Teoria dell’Orrore:
« Inventando un nuovo genere di fantasma, egli si è considerevolmente distaccato dalla convenzionale tradizione gotica; perché, laddove i vecchi fantasmi di repertorio erano pallidi e solenni e venivano percepiti soprattutto attraverso la vista, il tipico fantasma di James è scarno, basso e irsuto: una infernale, indolente abominazione notturna a metà strada fra la bestia e l’uomo, e di solito viene toccato prima che visto. A volte lo spetto è ancora più abnorme: un rotolo di flanella con occhi di ragno, o un’entità invisibile che si modella con un lenzuolo e mostra una faccia di lino gualcito. »

 

Titolo: La Notte del Demonio (Night of the Demon)
Regia: Jacques Tourneur
Anno: 1957
Produzione: Regno Unito/USA – Sabre Films – sonoro, b/n, durata 96 min.
Sceneggiatura: Charles Bennett, Hal E. Chester, Cyril Raker Endfield
Fotografia: Ted Scaife, Kenneth Peach
Scenografia: Ken Adam
Effetti speciali: S. D. Onions, George Blackwell, Wally Weevers
Musica: Clifton Parker
Interpreti: Dana Andrews, Niall McGinnis, Peggy Cummings, Athene Seyler


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