Falling Water

 

In un precedente articolo abbiamo segnalato le serie TV in uscita nel 2016, secondo noi più promettenti e interessanti. Ci stiamo inoltrando nell’autunno e si possono tirare i primi bilanci su quelle già trasmesse, in attesa di altri arrivi. Tuttavia non tutte le ciambelle riescono col buco e qualche serie molto attesa si è dimostrata inferiore alle aspettative. Ecco di seguito la lista delle principali delusioni, più o meno grandi.

X-Files – 10° stagione

Per la nuova miniserie di 6 episodi è proprio il caso di dire, parafrasando il motto dell’agente Mulder, “non voglio crederci” per quanto è brutta e sconclusionata. In sei episodi striminziti si è cercato di condensare a forza tutte le caratteristiche e le peculiarità che hanno reso mitica la serie X-Files (9 stagioni), puntando molto sull’effetto nostalgia ma senza lo straccio di una nuova idea e senza suscitare suspense o pathos, nonostante David Duchovny e Gillian Anderson siano ancora in discreta forma. Come nelle stagioni precedenti, abbiamo un’alternanza di episodi con trame orizzontali, legate a complotti governativi e misteri ufologici, e di episodi autoconclusivi, talvolta di tono più leggero e umoristico, con trame verticali, spesso portate avanti in maniera sbrigativa e incomprensibile.

X-files 10

Quello che negli anni ’90 era accettabile e persino originale, ora lo è molto meno: sin dal primo episodio My Struggle, si fa ricorso al complottismo più becero e trito, tra scie chimiche e i discorsi di Bush in televisione dopo l’11 settembre, adombrando terribili complotti governativi. Ma il ribaltone complottistico è molto gratuito e forzato, in contraddizione con gran parte degli episodi delle passate stagioni. La noia regna sovrana anche nei più numerosi episodi autoconclusivi, come nel ridicolo e astruso Mulder & Scully Meet the Were-Monster dove i protagonisti incontrano una lucertola mannara. In altri episodi non mancano invece i toni lacrimevoli e melodrammatici (la morte della madre di Scully) e ovunque vengono disseminati a caso enigmi e misteri senza preoccuparsi troppo di fornire chiarimenti; gli episodi sono così slegati tra loro da non riuscire a suscitare un reale interesse e non ricreano quella atmosfera misteriosa e insolita che era il tratto distintivo di X-Files. Le trame sono quasi tutte insulse e poco credibili, anche per gli standard fantasiosi di X-Files. Si veda in proposito l’episodio 4 (Home Again) sul mostro di spazzatura, creato, chissà come, da un artista di strada. L’ultimo episodio (molto deludente) mette molta carne al fuoco ma lascia tutto aperto per una nuova stagione che la Fox starebbe preparando per il 2018, speriamo migliore sotto l’aspetto della scrittura e con un numero di episodi adeguato.

 

22.11.63

Considerata come una delle serie più attese e interessanti del 2016, 22.11.63 ci ha parzialmente deluso, soprattutto perché, avendo letto il romanzo di Stephen King, è scattato l’inevitabile confronto con l’opera letteraria, sicuramente tra le più affascinanti e atipiche tra quelle scritte dal prolifico autore. Nonostante un cast all’altezza (con il divo James Franco), una ricostruzione (scenografie, costumi…) meticolosa dell’epoca di Kennedy e l’opportuno taglio di alcune digressioni presenti nel romanzo (l’intermezzo nella Derry di It), il risultato finale è in qualche modo deludente nel senso che poteva essere fatto di meglio con poco sforzo: appare giusto in teoria il principio di tagliare e sintetizzare molti elementi del romanzo per creare un senso di urgenza e di suspense più adatto al mezzo televisivo, ma forse si è esagerato in senso opposto. La lotta contro il tempo (nel senso letterale del termine) per salvare il presidente Kennedy, le peripezie del protagonista Jake Epping per adattarsi a vivere nel passato e le sue indagini per scoprire dove si trovi il futuro assassino Oswald sono rese meccanicamente, senza partecipazione, in maniera quasi fredda e scialba.

22-11-63Molti elementi della vicenda risultano troppo compressi e sbrigativi, quindi poco comprensibili, tanto più se non si è letto il romanzo. Nel romanzo il protagonista compie diversi viaggi di prova nel passato che servono all’autore per rendere più plausibile la missione di Jake, per ricreare certe atmosfere tipiche di King sia nostalgiche che inquietanti e soprattutto per stabilire tutta una serie di ‘regole’ sui viaggi nel tempo e sugli anni ’60 che governeranno con coerenza e rigore la storia fino al finale tutt’altro che scontato. La miniserie di 8 episodi, priva di questi viaggi di ‘preparazione’, pur rimanendo sostanzialmente piuttosto fedele al romanzo, non riesce a ricrearne la ‘mitologia’ interna e non ne trova un’altra altrettanto originale. King riesce magistralmente a farci accettare un varco temporale nascosto in uno sgabuzzino, i conseguenti viaggi nel tempo e un intreccio fantapolitico del tutto plausibile sotto l’aspetto storico. Invece questa credibilità manca alla serie che sin da subito ha un approccio alquanto ingenuo e frettoloso che va a detrimento della suspense e del mistero. Soprattutto appare eccessiva e poco credibile la facilità con cui i vari personaggi, compreso all’inizio il protagonista, diano credito alla possibilità dei viaggi temporali. Tra l’altro uno di questi personaggi è stato aggiunto nella serie nel ruolo di improbabile aiutante di Jake per aiutarlo nella missione di salvataggio di Kennedy (il giovane Bill Turcotte interpretato da George MacKay) ma si tratta di una figura del tutto superflua nell’economia della storia. King è uno scrittore che sa anche farci commuovere all’occorrenza, si veda ad ad esempio la love story “al di là del tempo” tra Jake e Sadie (Sarah Gadon). Ma, eccetto forse la scena finale del ballo, anche questo aspetto scivola via senza particolare pathos. Così come scivolano via in maniera poco incisiva e al contempo farraginosa l’intrigo che ruota intorno alla figura di Lee Harvey Oswald (comunque ben interpretato da Daniel Webber, molto somigliante all’originale) e il mistero dell’uomo con la tessera gialla nel cappello. Forse sarebbero bastati per ottenere un migliore risultato un paio di episodi in più e rimanere fedeli fino in fondo al re dell’horror…

 

Altri flop

Tediosa e cupa è risultata Outcast, la serie Fox su demoni e posseduti, tratta dall’omonima serie a fumetti di Robert Kirkman, il creatore di The Walking Dead. Troppo incentrata su un protagonista sempre depresso (Kyle Barnes interpretato da Patrick Fugit), la serie ha il grande difetto di non suscitare paura e di non presentare alcuna innovazione in tema di possessioni demoniache. Vedere fin dal primo episodio il protagonista cercare di esorcizzare un ragazzino posseduto anche a suon di cazzotti fa venire voglia di troncare subito la visione (non per la violenza ma per il ridicolo involontario).

Fear The Walking DeadAndiamo un po’ meglio con Fear The Walking Dead, la serie spin-off della ormai mitica The Walking Dead. Troviamo ancora zombi e sopravvissuti in FTWD, ma con un’ambientazione diversa, che si sposta dalla Virginia alla California. Però le dinamiche a cui assistiamo sono sempre le stesse con tutti i soliti cliché del genere catastrofico-zombi. Insomma si tratta di una serie (arrivata alla 2° stagione) fatta per sfruttare fino all’osso il filone sempre ‘vitale’ dei morti viventi e il successo della serie madre. Per noi però rimane una visione superflua.

 

Novità e ritorni in arrivo

Promosse a pieni voti (o quasi) Daredevil, ColonyGame of Thrones 6, Westworld e soprattutto la serie rivelazione targata Netflix Stranger Things, vediamo cosa ci aspetta in TV di interessante andando verso il periodo autunnale e la fine dell’anno.

 

Falling Water

Apriamo la stagione autunnale con Falling Water, produzione ambiziosa dalle premesse affascinanti. Tematiche e atmosfere sembrano quelle del film Inception dove i misteri degli universi onirici sostituiscono i soliti mostri ed entità soprannaturali. E’ la storia di tre persone tra loro estranee che scoprono di star sognando tre frammenti di uno stesso sogno, segni criptici che riguardano non solo i loro fini personali ma qualcosa di più grande e minaccioso che si profila all’orizzonte. Falling Water arriva il 13 ottobre su Usa Network.

 


 

Aftermath

Serie canadese pluricatastrofica di 13 episodi, Aftermath mette in scena una Terra sconvolta da molteplici cataclismi a cui si aggiungono entità sconosciute che posseggono i superstiti e mostri volanti predatori. Tra gli interpreti James TupperAnne Heche (marito e moglie nella realtà). In onda su SyFy il 27 settembre.

 


 

Luke Cage

Fa il suo debutto su Netflix il 30 settembre il supereroe nero Luke Cage, nato nel lontano 1972 sui comics Marvel in piena era ‘Blaxploitation’. L’eroe dalla pelle indistruttibile, interpretato da Mike Colter, era già apparso come ‘ospite’ nella serie Jessica Jones sempre della Marvel.

 


 

Van Helsing

Ancora da SyFy arriva una serie action-horror vampiresca sulla scia di Resident Evil e The Strain.
Vanessa Helsing, lontana parente del famoso cacciatore di vampiri Abraham Van Helsing, viene resuscitata dopo 5 anni di coma solo per scoprire che i vampiri hanno preso il controllo del mondo. Lei è l’ultima speranza dell’umanità per condurre un’offensiva per riprendere ciò che è stato perso. In onda dal 23 settembre.

 


Timeless

Il network NBC torna in campo fantascientifico con una storia di viaggi temporali in cui un criminale misterioso ruba una macchina del tempo segreta, con l’intento di distruggere l’America come la conosciamo, cambiando il passato…


 

Salem 3

La serie horror sulle diaboliche streghe di Salem approda alla 3° stagione con la partecipazione straordinaria della rock star Marilyn Manson che appare nelle vesti poco rassicuranti di Thomas Dinley, il barbiere e chirurgo della città, solerte collaboratore del diavolo che si nutre di sanguisughe.
Da noi dovrebbe essere visibile sui canali Sky come le precedenti stagioni.


 

The Walking Dead 7

Non poteva mancare tra le serie più attese la 7° stagione The Walking Dead che fa sempre stare in apprensione i suoi fan per i continui guai in cui si cacciano i suoi amati protagonisti. Ora dovranno preoccuparsi del malvagio Negan e della sua mazza chiodata…  In onda dal 24 Ottobre su Sky Fox.


 

The Exorcist

The Exorcist è una rielaborazione moderna della storia narrata dal romanzo di William Peter Blatty L’esorcista e dal suo noto adattamento cinematografico del 1973, ideata da Jeremy Slater per la rete tv Fox. In onda dal 31 ottobre su Sky Fox.


American Horror Story: My Roanoke Nightmare

La sesta stagione di American Horror Story affronta uno dei misteri più celebri del Nord America, ovvero l’inspiegabile sparizione dei coloni di Roanoke (il secondo insediamento inglese nel continente nordamericano, situato allora in Virginia ma ora Nord Carolina) avvenuta all’incirca tra il 1588 e il 1590. Dopo manicomi criminali, congreghe di streghe, circhi di freaks, hotel infestati, la serie horror antologica creata da Ryan Murphy, ci porta nei misteri oscuri della provincia rurale Usa, adottando lo stile del mockumentary, molto in voga nel cinema horror attuale ma meno inflazionato in televisione.
Dal 21 ottobre su Sky Fox.


 

Incorporated

Fantascienza distopica seria, che fa meditare sul nostro futuro, è quella che ci propone SyFy nella serie Incorporated prodotta dai divi Matt Damon e Ben AffleckIncorporated è una storia di spionaggio dalle atmosfere cyberpunk che racconta di un uomo cui viene assegnato il compito di infiltrarsi nelle gerarchie di una potentissima corporation in cambio della salvezza della donna che ama. La vicenda ambientata nel 2074, si svolge in un mondo afflitto da una serie di disastri naturali ed economici e dominato da spietate multinazionali che hanno soppiantato i governi nazionali e diviso l’umanità tra un’elite di privilegiati che vivono protetti da possenti mura in quartieri residenziali dotati di comfort e tecnologia e una massa di disperati che quotidianamente devono lottare per la sopravvivenza.
In onda dal 30 novembre su SyFy.


 

The OA

Insolita e misteriosa (anche nel titolo) è questa serie targata Netflix che debutta il 16 dicembre. The Oa, composta da 8 episodi di lunghezza diseguale, costituirà una vera sfida per il telespettatore che dovrà farsi coinvolgere in una strana vicenda che tocca vari generi come il dramma, la fantascienza, il fantastico fiabesco. Da Brit Marling e Zal Batmanglij, i registi visionari che stanno dietro Sound of My Voice e The East, arriva un potente racconto ipnotico sull’identità, i rapporti umani e i confini tra la vita e la morte. La serie costituisce un’odissea visiva prodotta in collaborazione con Plan B Entertainment, Netflix e Anonymous Content. In sintesi The Oa racconta di Prairie Johnson, una ragazza non vedente che torna a casa dopo sette anni in un mondo per lei del tutto nuovo, dopo avere nel frattempo riacquistato la vista; ma quello che le è accaduto durante quei sette anni è il vero mistero della serie…


 

The Man in the High Castle (Stagione 2)

Dopo il successo di critica e di pubblico della prima stagione, arriva il 16 dicembre su Amazon Prime la seconda stagione di The Man in the High Castle, la serie tv distopica tratta dal romanzo di Philip K. Dick del 1962 (in Italia La svastica sul sole). Speriamo solo che il cambio dello showrunner della prima stagione Frank Spotnitz (rimasto solo in veste di produttore esecutivo) non abbia conseguenze negative. Il misterioso ‘uomo del castello’ deve ancora svelarci molte cose…

 


 

Travelers

Ancora l’inesauribile Netflix manderà in onda dal 23 dicembre Travelers, un’altra serie sui viaggi nel tempo prodotta dal canale canadese Showcase. Ma questa volta i viaggi temporali saranno effettuati diversamente da come ci si potrebbe aspettare: uomini del futuro, provenienti da una Terra dove l’umanità si trova sull’orlo dell’estinzione, per rimediare al disastro incombente viaggiano nel passato fino ai nostri giorni, prendendo possesso di corpi di persone che stanno per morire. Ci troviamo di fronte quindi a un trasferimento di coscienze temporale, con tutte le complicazioni del caso… La nuova serie porta la firma dei produttori di Stargate.